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Cosa fare dopo il QE? I nodi di Draghi

lunedì 18 settembre 2017, di Pierino Postacchini

Il quantitative easing è stata l’unica decisione corretta della gestione Draghi, ma cosa fare dopo?

Gli effetti positivi della politica monetaria espansiva si sono visti, abbiamo avuto la crescita del PIL in tutti i paesi euro, seppur in parte dovuti all’inflazione - ciò non deve preoccupare, adesso si dovrà affrontare il problema del debito dell’intera zona euro, qui si dovrà passare necessariamente alla mutualizzazione del debito per l’intera quota superiore al 50% del PIL, per la rimanente parte pari al 50% vi dovrà essere una ristrutturazione.

Nel passato, in presenza di debiti pubblici di oltre il doppio, gli stati ne sono sempre usciti, non vedo per quale motivo non se ne possa uscire oggi.

Un modo per estinguere il debito è accumulare avanzi di bilancio, l’altro modo invece è un mix tra inflazione e ristrutturazione e imposte speciali sul patrimonio. Chiaro che la soluzione non potrà mai essere la prima, ma bensì la seconda, non può pesare sulle nuove generazioni i debiti fatti nel passato. Alla fine il debito dei paesi euro è un debito contratto con noi stessi, l’eurozona nel suo complesso detiene attività finanziarie superiore a quelle detenute dal resto del mondo. Si tratta di un debito interno che oggi ostacola la crescita. Rimborsare per decenni con gli avanzi di bilancio non è la soluzione, anzi è la strada praticata fino ad oggi, ed il risultato è stato l’incremento del debito.

Se vogliamo mantenere una moneta in comune dobbiamo avere anche il debito in comune, da qui si deve partire, la parola passa quindi alla politica.
Gli attuali tecnocrati che hanno gestito l’Europa devono lasciare il passo ai “veri” politici; i tecnocrati hanno etichettato i movimenti populisti come nemici dell’Europa, invece è il contrario si deve ritornare alla democrazia, il potere deve tornare al popolo che si dovrà esprimere sul futuro dell’Europa, sarà una unione politica o solo geografica?

Se si sceglie l’unione politica si dovrà scegliere la strada che abbiamo indicato per la sistemazione del debito.
Cosa fare subito?
Si deve indire immediatamente un referendum europeo con tre quesiti:

  • unione politica: sì o no
  • mutualizzare il debito: sì o no
  • il pareggio del bilancio dei paesi deve essere obbligatorio: sì o no

Dall’esito dei referendum gli organismi europei potranno prendere immediatamente le necessarie misure per il debito. Tempo circa 6 mesi per questo programma.
Se ciò non verrà realizzato e il QE cesserà con il nuovo governatore della BCE, si avrà la rottura dell’area valutaria e tutti torneranno alle loro monete, in modo tale da attuare le politiche economiche necessarie per la crescita.

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