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Borse Europee: la Grecia trascina tutti al ribasso, attesa per le decisioni del nuovo Governo
mercoledì 28 gennaio 2015, di
La giornata di ieri delle Borse Europee è stata contrassegnata da un clima di incertezza che ha visto i principali mercati finanziari europei chiudere a ribasso con Milano che registra un calo dell’indice FTSE Mib dello 0,53%, del CAC40 del -1,09% e del DAX30 del -1,57% mentre l’FTSEurofirst scende dello 0,8% e il Dow Jones di Wall Street cala del 2%.
Il risultato peggiore è senz’altro stato registrato dalla Borsa di Atene che ha trascinato al ribasso anche tutte le altre piazze europee, dal momento che ha segnato, per il secondo giorno consecutivo pesanti perdite. Nella sola giornata di ieri Atene è arrivata a perdere fino al 6% chiudendo con un -3,7% (negli ultimi due giorni le perdite complessive di Atene si aggirano intorno al 7%). Sono in particolare i titoli bancari ad aver registrato le perdite più consistenti, toccando anche il -20% durante la seduta e chiudendo con perdite che si sono attestate intorno a valori comunque negativi anche se più contenuti (-12%).
Che la situazione in Grecia si stia facendo sempre più preoccupante lo dimostra anche l’andamento dei titoli di stato, con i bond ellenici a 10 anni che aumentano il loro spread di 40 punti base, il Come ieri sotto forte pressione anche i titoli di Stato: lo spread dei bond decennali è salito, infatti, di circa 40 punti base, facendo arrivare il rendimento del titolo al 9,21%.
Gli effetti della nuova situazione politica greca sullo scenario finanziario europeo saranno comunque contenuti dal momento che, per la giornata di oggi si prevede un recupero dei principali mercati dell’Eurozona che dovrebbero riprendere il rally - interrotto ieri - legato al programma di Quantitative Easing lanciato dalla BCE e che non saranno particolarmente influenzate neanche dalle perdite, più consistenti, registrate da Wall Street, provocato dai dati trimestrali (al di sotto delle aspettative) e dal calo degli ordini sui beni durevoli.
Di certo quel che ha provocato le maggiori perdite di ieri, sia nella Borsa di Atene che nelle altre piazza europee, sono state le decisioni di Alexis Tsipras riguardo ai componenti del nuovo esecutivo e le dichiarazioni rilasciate dai neo ministri del nuovo governo greco, dichiarazioni che, peraltro, vanno a opporsi diametralmente a quelle rilasciate dal molti rappresentati delle istituzioni europee nei giorni scorsi.
I mercati hanno reagito negativamente alla nomina di Yannis Varoufakis al ministero delle Finanze e a quella di Yannis Dragasakis a cui è stata assegnata la carica di vice premier e la delega ai negoziati con l’Unione Europea. Varoufakis ha dichiarato ieri a Sky TG24 che
«l’euro deve essere riformato. Non è stato pensato per sostenere una grave crisi finanziaria. Il risultato è che anche l’Italia sta soffrendo, non solo per via della crisi»
e sulla stessa linea si è posto anche il viceministro all’Economia, con delega ai rapporti economici internazionali, Euclid Tsakalotos che ha notato come
"Nessuno crede che il debito greco sia sostenibile, nessun economista può pensare che potremo pagare tutto quel debito. È impossibile"
Le tesi certamente condivise da molti altri economisti, dal momento che il debito greco si aggira intorno ai 240 miliardi, 40 dei quali a carico dell’Italia, sono risultate preoccupanti non tanto per il loro significato intrinseco ma perché pronunciate da esponenti del nuovo governo greco.
Sul piano internazionale si attendono le proposte ufficiali che Tsipras avanzerà, presumibilmente in tempi molto stretti, sebbene il parere dell’Europa rimanga unanime circa la questione della rinegoziazione del debito. Sembra che, ieri, a tal proposito si sia espressa anche Angela Merkel che, in una riunione con i parlamentari del suo partito, si sarebbe detta contraria a ogni richiesta di taglio del debito e avrebbe notato come gli interessi sui prestiti contratti dovranno essere rimborsati da Atene solo a partire dal 2022.
