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BCE potrebbe avere il suo quantitative easing per combattere la deflazione secondo Praet
giovedì 14 novembre 2013, di
La giornata di ieri si è movimentata soprattutto nel corso del pomeriggio a seguito delle dichiarazioni di Peter Praet, esponente della BCE. Il capo economista tedesco dell’Eurotower ha dichiarato che sarà presa in considerazione l’ipotesi di un taglio dei tassi di interesse sui depositi presso la BCE per valori negativi (attualmente il tasso è allo 0%, ndr) oppure l’acquisto di asset da parte dell’istituto monetario di Francoforte per aumentare la liquidità nel sistema economico.
L’obiettivo dei policy makers europei è allontanare il prima possibile lo spettro della deflazione, per non subire la stessa sorte già toccata al Giappone negli ultimi vent’anni. Nel corso di un’intervista rilasciata a The Wall Street Journal, il membro del consiglio esecutivo della BCE ha dichiarato che saranno considerate tutte le misure necessarie per non mettere a rischio il mandato della banca centrale, ovvero il mantenimento della stabilità dei prezzi nell’area euro con un target di inflazione al 2%.
Il recente dato dell’inflazione a ottobre ha sorpreso non poco i mercati, in quanto è avvenuta una pericolosa caduta dell’indice dei prezzi al consumo allo 0,7% su base annua, ovvero sui livelli più bassi da circa 4 anni. Praet ha comunque aggiunto che per ora non sono in programma nuove mosse di politica monetaria, alla luce del recente taglio del costo del denaro allo 0,25% nel corso del meeting della BCE di giovedì scorso.
Le dichiarazioni di Praet hanno senza dubbio scosso i mercati, considerando l’avversione dei “falchi” della BCE verso politiche monetarie non convenzionali, in particolare in relazione a un vero e proprio piano di quantitative easing come quello già attuato da altre banche centrali (FED, BoE e BoJ). Non si tratterebbe, quindi, di ripetere l’esperienza delle LTRO: sarebbe un piano di acquisto di asset e non semplicemente di prestiti illimitati a basso costo a favore delle banche.