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BCE: oggi sono 10 anni di stimolo monetario. Ecco cosa (non) è cambiato

mercoledì 9 agosto 2017, di Flavia Provenzani

Esattamente 10 anni fa, la Banca Centrale Europea ha effettuato la sua prima erogazione di liquidità all’interno dell’economia della zona euro in crisi.

Il 9 agosto 2017 la BCE ha iniettato 95 miliardi di euro sotto forma di prestito di emergenza alle banche, un’operazione che si è rivelata essere solo il primo passo in risposta alla crisi finanziaria che negli anni a seguire obbligherà l’istituzione di Francoforte ad espandere il proprio bilancio per un valore di trilioni di euro.

Evitare la crisi: un impegno lungo 10 anni per la BCE

La BCE, ad altre banche centrali come la Federal Reserve e la Bank of England, si è concentrata in una battaglia senza precedenti contro i fallimenti delle banche, le recessioni e le turbolenze del debito sovrano che hanno cambiato il contesto economico e ci ha costretti ad una ridefinizione completa di ciò che la politica monetaria può e dovrebbe fare.

Il lavoro della BCE è stato inoltre ostacolato da un’unione monetaria incompleta, appesantita da conflitti e paralisi. Ma con la ripresa finalmente in corsa dopo anni di stimolo e le difficili riforme economiche, i membri del Consiglio hanno iniziato a contemplare un ritorno a delle politiche più normali. Una delle tante pietre miliari in questo percorso è prevista in autunno, quando il presidente della BCE Mario Draghi potrebbe offrirci dei dettagli sulla riduzione graduale del piano di acquisto di titoli da 2,3 miliardi di euro.

Il primo passo il 9 agosto 2007

Dieci anni fa, l’allora presidente della BCE Jean-Claude Trichet era a St. Malo, nella Francia nord-occidentale, per una vacanza in barca quando la crisi dei subprime degli Stati Uniti ha raggiunto l’Europa in piena faccia, costringendo la banca francese BNP Paribas a fermare i prelievi da tre fondi d’investimento.

Usando fax e telefoni, lui e i suoi colleghi hanno elaborato la risposta della banca centrale - una dichiarazione secondo cui i funzionari stanno monitorando le tensioni sul mercato monetario, seguita da un impegno a prestare alle istituzioni finanziarie il denaro durante la notte, come avevano chiesto.

La domanda da parte delle banche superò i 69,3 miliardi di euro dati il giorno dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre.

Trichet stava avvisando di un ribilanciamento dei rischi già dal 2005, ma nell’estate del 2007 non ha visto i segni premonitori, lui né dei suoi colleghi. Solo una settimana prima, il francese aveva convocato la stampa per un briefing a sorpresa in cui dichiarava che un aumento dei tassi d’interesse era imminente. Anche Mervyn King, allora governatore della Bank of England, aveva fiducia nel mercato - il giorno prima aveva dichiarato che “finora ciò che abbiamo visto non è una minaccia per il sistema finanziario. Non è una crisi finanziaria internazionale”.

Come è cambiata la BCE

Dieci anni dopo, mentre le banche centrali del mondo riducono lentamente lo stimolo senza precedenti su cui si basa la ripresa delle economie, la BCE è un’istituzione diversa. I responsabili politici della vecchia scuola sono stati sostituiti da una nuova generazione, l’attenzione di Trichet a non tenere informati i mercati ha lasciato il posto alla forward guidance di Draghi, e il mandato del Consiglio direttivo è stato ampliato per includere la vigilanza bancaria.

Draghi, che ha preso l’incarico di presidente da Trichet alla fine del 2011, potrebbe segnalare qualche anticipazione sul corso futuro di politica Jackson Hole, nel Wyoming, dove parteciperà al simposio annuale della Fed il 24-26 agosto.
Invece di seguire la Fed e il suo quantitative easing nel 2008 per evitare che l’economia entrasse in recessione dopo il crollo di Lehman Brothers Holdings, la BCE si è basata su una politica di erogazione di liquidità illimitata alle banche, anno dopo anno.

Gli acquisti di covered bond avevano l’obiettivo di rilanciare la crescita del credito e quando la banca centrale si è avventurata nel 2010 nei mercati del debito pubblico, è stato per potenziare il meccanismo di trasmissione della politica monetaria sull’economia all’inizio della crisi del debito nella regione. Un programma del 2012 che prometteva l’acquisto di obbligazioni su vasta scala in cambio di riforme strutturali ha incontrato ostacoli legali e non è mai stato utilizzato.

Il rischio di deflazione, infine, ha portato al QE nell’area dell’euro a marzo 2015 - quattro mesi dopo la fine del QE della Fed.

Dato il ritorno dell’inflazione, seppur lento, in una regione che era sull’orlo del crollo quando la Grecia minacciò di abbandonare la moneta unica, i responsabili politici si stanno confrontando su un tapering dello stimolo. Draghi ha promesso un aggiornamento sul futuro della politica monetaria della BCE per questo autunno.
Anche a voler essere ottimisti, il processo di normalizzazione durerà degli anni e non sarà concluso fino a molto tempo dopo il rialzo dei tassi di interesse.

Fonte: Bloomberg

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