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Analisi forex: riflettori su Euro/Dollaro, la riunione FED potrebbe rompere gli equilibri
martedì 20 marzo 2018, di
La riunione del FOMC, acronimo di Federal Open Market Committe, in corso oggi e domani promette di movimentare le quotazioni dell’Euro/Dollaro Usa. Il mercato dà per assodato un rialzo dei Fed Funds di 25 punti base, dall’attuale 1,50% a 1,75%.
Tuttavia qualsiasi revisione delle condizioni nelle forward guidance sull’economia statunitense potrebbe alterare i rapporti di forza, già precari, fra la moneta unica europea e il biglietto verde.
A livello prettamente accademico i tre possibili scenari e le reazioni del mercato potrebbero essere riassunti in tre punti.
- Powell aumenta tassi ma ignora la Forward Guidance: dollaro si indebolisce
- Powell aumenta tassi e conferma attuale Guidance: dollaro si indebolisce
- Powell aumenta tassi e parla di necessità di accelerazione nella stretta monetaria: dollaro si rafforza
Nella pratica, ovviamente, la reazione dei mercati dipenderà in gran misura da quanto le quotazioni dell’Eur/Usd già incorporano l’esatto pricing delle aspettative su un miglioramento/peggioramento delle aspettative sull’economia statunitense.
L’analisi tecnica sull’Eur/Usd
Le ripercussioni tecniche potrebbero essere decisive per gli sviluppi futuri del cross Eur/Usd, sia al rialzo che al ribasso. Fino ad oggi il quadro tecnico del cambio ha tenuto, con i movimenti contenuti all’interno del rettangolo delimitato inferiormente dai supporti a 1,225 e superiormente dalla coriacea barriera a 1,25.
L’impostazione di fondo è costruttiva, grazie al sostegno dinamico fornito dalla trendline ottenuta con la serie di minimi crescenti partita il 10 aprile 2017. La prosecuzione di questo movimento, a lungo andare, dovrà per forza di cose portare le due divise ad un nuovo confronto con l’ostica barriera a 1,25.
Viste le quotazioni odierne, questo scenario rimane procrastinato nel tempo. Oggi infatti l’Eur/Usd è stato ostaggio di una nuova ondata di vendite. Il mercato non ha gradito il brutto dato uscito questa mattina in Germania, che ha visto l’indice di fiducia elaborato dall’istituto ZEW scivolare sui minimi degli ultimi 18 mesi a 5,1 punti (per approfondire la notizia clicca qui).
“L’euro al momento sembra stanco”, ha commentato Michael Hewson, chief market analyst di CMC Markets UK. L’esperto ha messo in guardia da una “possibile violazione dei supporti a 1,2250 che rischierebbe di amplificare il movimento fino a 1,2160”.
Dal punto di vista tecnico infatti 1,2160 è un supporto statico intermedio fondamentale, ereditato dai minimi intraday del 18 gennaio e 1° marzo 2018. Hewson però ha rassicurato, “finché il cambio si mantiene sopra 1,2160 non vedo alterazioni significative dell’attuale quadro”. E difatti sopra questo livello si può dire che il trading range tra 1,2150 e 1,2450 rimarrebbe intatto.
Diverso lo scenario nel quale la Fed dovesse mostrarsi più confident del previsto sullo stato dell’economia statunitense. In tal caso il quadro tecnico della coppia valutaria potrebbe peggiorare velocemente. “Un dollaro Usa più forte potrebbe spingere l’euro verso 1,20”, ha confermato Hewson.
Il target individuato dall’esperto è stato fissato su un livello strategico cruciale. In primis perché permetterebbe all’Eur/Usd di completare il pullback profondo della ex resistenza violata il 12 gennaio 2018, in secondo luogo perché consentirebbe il completamento di una figura tecnica d’inversione, quale il doppio massimo in costruzione dal 1° febbraio 2018.
