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Trovare lavoro con il reddito di cittadinanza

venerdì 1 febbraio 2019, di Simone Micocci

Il reddito di cittadinanza aiuta a trovare un lavoro; ogni componente del nucleo familiare, ad eccezione di alcuni casi che andremo ad approfondire successivamente, infatti, deve siglare un Patto per il lavoro con il centro per l’impiego, il quale lo supporta nella ricerca di un nuovo lavoro.

D’altronde, come ha specificato più volte Di Maio, l’obiettivo è far sì che il reddito di cittadinanza venga erogato solamente per pochi mesi, ossia il tempo necessario per far sì che il beneficiario trovi un lavoro adeguato per permettere alla propria famiglia di avere un reddito pari o superiore alla soglia prevista.

Sarà compito dei cosiddetti navigator aiutare i percettori del reddito di cittadinanza nella ricerca di un lavoro, facendo da tramite con le imprese; ecco perché è urgente che nei centri per l’impiego vengano reclutati abbastanza navigator per far fronte alle numerose richieste che arriveranno da marzo in poi. A tal proposito presto presso l’Anpal verrà avviata la selezione per circa 6.000 navigator, un’ottima opportunità di impiego per i laureati in cerca di un lavoro.

Ma adesso concentriamoci su come il reddito di cittadinanza aiuterà i disoccupati che si rivolgeranno al centro per l’impiego; dalla sottoscrizione del patto fino alla ricerca delle offerte di lavoro, ecco tutto quello che c’è da sapere.

Così il reddito di cittadinanza ti aiuta a trovare lavoro

Il reddito di cittadinanza è tutto fuorché una misura che incentiva la disoccupazione”; Di Maio ha ribadito queste parole in più di un’occasione, dichiarando che il contributo economico verrà percepito solamente per pochi mesi visto che il centro per l’impiego sarà talmente efficiente da trovare un lavoro all’interessato in poco tempo. In realtà è proprio su questo punto che si concentrano le maggiori critiche sul reddito di cittadinanza: ci si chiede, infatti, come sia possibile che i centri per l’impiego che hanno così poco funzionato in questi anni possano diventare talmente funzionali da far fronte ai numerosi Patti per il lavoro che verranno siglati nei prossimi mesi.

Ma lasciamo da parte eventuali critiche e concentriamoci su quanto stabilito dal decreto. Qui si legge che entro 30 giorni dal riconoscimento del beneficio tutti i componenti del nucleo familiare, ad eccezione dei minorenni, dei disabili e di coloro che hanno già un lavoro o stanno seguendo un corso di studi, devono dichiarare l’immediata disponibilità al lavoro (la cosiddetta DID) aderendo ad un Patto per il Lavoro, un vero e proprio contratto con il Ministero del Lavoro che prevede delle sanzioni molto severe - compresa la perdita del reddito di cittadinanza - per chi non rispetta le disposizioni previste.

Centro per l’impiego e beneficiari del RdC quindi concorderanno il percorso di lavoro o di reinserimento sociale migliore in base a quelle che sono affinità e competenze, ma anche in base alla realtà del territorio. In ogni caso l’obiettivo è chiaro: trovare un lavoro il prima possibile, così che lo Stato possa “risparmiare” sul reddito di cittadinanza.

Cosa bisogna fare per trovare un lavoro

Il beneficiario del RdC, coadiuvato dal navigator, dovrà impegnarsi attivamente nella ricerca di un impiego rispettando gli obblighi previsti dal Patto per il lavoro.

Nel dettaglio, il contratto prevede una serie di azioni finalizzate alla più rapida ricollocazione dell’individuo nel mercato del lavoro; si va ad esempio dalla riqualificazione professionale - prendendo parte a spese dello Stato di un corso di formazione - al completamento degli studi. Per chi invece è già “pronto” il centro per l’impiego si attiverà immediatamente nella ricerca di un lavoro.

Volendo, possiamo riassumere gli obblighi previsti per chi sigla il Patto per il lavoro con:

  • collaborare con il centro per l’impiego nella redazione del bilancio delle competenze, vero e proprio punto di partenza per la ricerca di un lavoro;
  • consultare giornalmente la piattaforma digitale del reddito di cittadinanza utile per la ricerca di un lavoro. Resta da capire in che modo verrà monitorato questo aspetto, ossia come farà l’interessato a dimostrare il tempo impiegato (concretamente) sul portale;
  • partecipazione a corsi di formazione e riqualificazione;
  • rendersi disponibile per colloqui o selezioni finalizzati alla ricerca di un lavoro;

Per quanto riguarda quest’ultimo punto è necessaria un’ulteriore precisazione che approfondiremo di seguito, riguardante la distanza tra residenza e sede di impiego.

Trovare un lavoro: rischio di trasferimento?

La ricerca di un lavoro avviene su un’area territoriale piuttosto ampia. Nei primi 12 mesi, infatti, si considerano congrue le offerte che si riferiscono a sedi di impiego distanti massimo 100 km dalla propria residenza; in caso di rifiuto, per la seconda offerta si considerano congrue le offerte di lavoro entro l’arco di 250 km.

Successivamente l’offerta di lavoro può arrivare da ogni parte d’Italia: quindi dovrete trasferirvi, altrimenti non avrete né il lavoro né tantomeno il reddito di cittadinanza.

Dal 12° al 18° mese, invece, già la prima offerta di lavoro può essere entro un arco di 250 km, così come la seconda. Dalla terza in poi, invece, scatta il trasferimento in tutta Italia.

L’obbligo di trasferimento è immediato quando il reddito di cittadinanza è già stato rinnovato (quindi dopo il 18° mese): in questo caso, infatti, già la prima offerta di lavoro per essere congrua può arrivare da ogni parte d’Italia.

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