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Rinnovo contratti statali: i dipendenti pubblici dovranno rinunciare al bonus Renzi da 80 euro?

mercoledì 30 agosto 2017, di Simone Micocci

Il rinnovo del contratto sarà una beffa per gli statali?

L’addio del Bonus 80 euro per i dipendenti pubblici è una possibilità molto concreta: il rinnovo del contratto, infatti, porterà con sé un aumento di circa 85 euro lordi al mese e per questo molti statali supereranno la soglia di 26mila euro l’anno entro la quale si può beneficiare del bonus.

A quanto pare lo scorso 30 novembre 2016, quando la Ministra per la semplificazione della Pubblica Amministrazione - Marianna Madia - firmò l’accordo quadro per il rinnovo del contratto, l’amministrazione ha fatto male i conti.

Infatti, la Ministra Madia oltre a garantire un aumento medio di stipendio pari ad 85 euro lordi, rassicurò i dipendenti pubblici promettendo loro che il rinnovo del contratto non avrebbe comportato la perdita del bonus 80 euro, introdotto da Renzi nel 2014.

Tuttavia, adesso che sono riprese le trattative - alle quali è presente anche l’ARAN - l’amministrazione si è resa conto che non ci sono le risorse necessarie per garantire sia l’aumento di stipendio che la conservazione del Bonus 80 euro per coloro che in seguito al rinnovo del contratto supereranno la soglia di 26mila euro.

Come dichiarato da Marco Carlomagno, segretario generale della CSE - Confederazione indipendente sindacati europei - nei primi giorni le trattative non hanno fatto alcun passo in avanti; l’amministrazione infatti ha trovato sulla sua strada questo ostacolo importante che rischia di far ritardare la conclusione delle trattative.

Poche risorse per il rinnovo del contratto: addio agli 80 euro?

Nella Legge di Bilancio del 2017 il Governo stanziò le risorse necessarie per garantire l’aumento di stipendio promesso dalla Madia lo scorso novembre.

L’aumento sarà di 85 euro, lordi e medi, che non verranno assegnati a pioggia a tutti i dipendenti pubblici: l’importo, infatti, sarà calcolato sulla base di diversi parametri, come il reddito, l’anzianità di servizio e il merito.

Una cifra che non ha soddisfatto i sindacati, i quali però hanno firmato l’accordo quadro del 30 novembre consapevoli che con le risorse a disposizione non si poteva fare di meglio. Tuttavia c’è un problema che rischia di rovesciare le carte in tavola: il Bonus 80 euro.

L’aumento di stipendio infatti farà perdere a molti dipendenti pubblici il diritto al contributo introdotto da Renzi nel 2014. Questo è riconosciuto a coloro con un reddito inferiore ai 24 mila euro, mentre nella fascia che va dai 24mila ai 26mila viene versato in misura ridotta.

Secondo le stime dei sindacati, una volta che il rinnovo del contratto sarà a regime i dipendenti pubblici con reddito compreso tra i 23mila e i 26mila euro non avranno più diritto al bonus, poiché il loro guadagno annuo sarà superiore alla soglia di 26mila euro fissata dal Governo Renzi nel 2014.

Si parla di circa 363 mila dipendenti pubblici, per i quali il rinnovo del contratto rischia di essere una vera e propria beffa.

Quanto costa salvare il Bonus 80 euro?

Nel corso delle trattative per il rinnovo del contratto verranno prese in considerazione tutte le misure necessarie per “salvare” il bonus.

Tuttavia, per farlo il Governo dovrà mettere nuovamente mano alle casse dello Stato, poiché l’Aran ha calcolato che il salvataggio degli 80 euro costerà circa 3,70 euro per dipendente pubblico, per un totale di 125 milioni di euro.

Se ne riparlerà nei prossimi giorni, ma è probabile che le risorse necessarie saranno stanziate con la Legge di Bilancio 2018, nonostante la spending review con la quale dovrà fare i conti il Governo.

L’amministrazione assicura: “Salveremo gli 80 euro”

Secondo l’amministrazione il problema degli 80 euro non sussiste; nei primi incontri per il rinnovo del contratto - infatti - è stata fatta solamente un’analisi dei costi, mentre nelle prossime riunioni si cercherà di trovare una soluzione per restituire ai dipendenti pubblici il bonus perduto.

Nel frattempo i sindacati hanno confermato la loro posizione iniziale, ribadendo che l’aumento medio di stipendio non può essere inferiore agli 85 euro. Ecco perché per la conservazione del bonus 80 euro non si potrà attingere dalle risorse stanziate con l’ultima manovra finanziaria.

D’altronde, come dichiarato da Antonio Foccillo della UIL: “Il Bonus non va confuso con l’incremento salariale”.

Maggiore chiarezza verrà fatta una volta che inizieranno le trattative per la Legge di Bilancio 2018, quando si conoscerà l’ammontare preciso delle risorse stanziate per il rinnovo.

Secondo le ultime anticipazioni sono attesi circa 1,2 miliardi complessivi per la Pubblica Amministrazione; vedremo se una parte di questi verranno utilizzati per far sì che il rinnovo del contratto non si riveli una beffa per migliaia di dipendenti pubblici.

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