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Riforma delle pensioni: cosa succede adesso?
lunedì 28 maggio 2018, di
Il Governo del cambiamento è fallito prima di iniziare; il veto posto dal Presidente della Repubblica - Sergio Mattarella - sulla figura di Paolo Savona come Ministro dell’Economia, infatti, ha posto la parola fine sull’ipotesi di un Esecutivo formato da Lega e Movimento 5 Stelle.
Ciò significa che la riforma delle pensioni prevista dal contratto di Governo non si farà, almeno per il momento. Niente Quota 41, quindi, né tantomeno una Quota 100 per superare quanto previsto dalla Legge Fornero. E non ci sarà neppure una pensione di cittadinanza per coloro che vivono al di sotto della soglia di povertà.
A questo punto gli italiani si chiedono cosa succederà nelle prossime settimane e quale sarà il futuro del sistema previdenziale.
Al momento l’ipotesi più probabile è quella di un Governo istituzionale guidato da Carlo Cottarelli; un Esecutivo che accompagnerà il Paese fino alle prossime elezioni (che potrebbero essere ad ottobre 2018 o più verosimilmente a febbraio 2019) e che - pur non avendo la fiducia del Parlamento - avrà il compito di approvare alcuni provvedimenti fondamentali.
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L’Esecutivo Cottarelli quindi opererà come Governo dimissionario al posto del Governo Gentiloni con il compito, molto probabile, di occuparsi delle clausole di salvaguardia - così da scongiurare l’aumento dell’IVA dal 1° gennaio 2019 - e di votare la Legge di Bilancio del prossimo anno.
Non è escluso poi che Mattarella chieda al nuovo Governo di approvare una nuova legge elettorale, anche se in tal caso sarà molto difficile ottenere il consenso della maggioranza del parlamento.
Quale riforma delle pensioni?
Per quanto riguarda la riforma delle pensioni non ci dovrebbero essere decisioni importanti da parte del Governo guidato da Cottarelli.
La Legge Fornero, quindi, resta al suo posto e non ci sarà l’introduzione del meccanismo a quote pensato da Lega e Movimento 5 Stelle.
Una delle novità possibili è quella che riguarda l’ampliamento della platea dei lavori gravosi; nelle prossime settimane, infatti, in Parlamento dovrà essere istituita una Commissione tecnica incaricata di studiare la gravosità delle occupazioni (in relazione all’età anagrafica ed alle condizioni soggettive dei lavoratori) con il compito di verificare la fattibilità di un ampliamento dei lavori gravosi, oggi pari a 15.
In tal caso ci potrebbe essere un ampliamento della platea dei beneficiari dell’Ape Sociale, lo strumento che consente loro di smettere di lavorare in anticipo percependo un prestito pensionistico e senza penalizzazioni sulla pensione futura.
Anche lo stesso Ape Sociale dovrebbe essere tema di discussione del nuovo Governo; lo strumento introdotto dal Governo Renzi per rendere più flessibile la Legge Fornero, infatti, è in scadenza il 31 dicembre 2018 ed è a questo punto è molto probabile che verrà approvata una proroga per almeno un altro anno. Ricordiamo che invece l’Ape Volontario scadrà il prossimo anno, per effetto della proroga contenuta nell’ultima Legge di Bilancio.
Un altro aspetto su cui si discuterà è quello riguardante la possibile separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale, per il quale è stata incaricata una Commissione tecnica di studio per verificarne la fattibilità.
L’ultimo punto del contratto di Governo giallo-verde che potrebbe essere affrontato da un eventuale Governo Cottarelli è quello della proroga dell’Opzione Donna; lo stesso Cesare Damiano, ex Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, nelle scorse settimane ha dichiarato che le risorse per confermare la fase sperimentale dell’Opzione Donna nel 2018 ci sono già, quindi l’ultima parola in merito spetterà al prossimo Governo.