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Riforma pensioni: Ape non per tutti nel 2017, ecco perché i decreti attuativi tardano

sabato 18 marzo 2017, di Anna Maria D’Andrea

Riforma pensioni: Ape per pochi e decreti attuativi che dovranno restringere la platea dei beneficiari dell’anticipo pensionistico. Si tratta di indiscrezioni ma a quanto pare non tutti potranno andare in pensione anticipata secondo quanto previsto dalla riforma pensioni 2017.

L’Ape, al via dal 1 maggio 2017, e nello specifico la sua versione Sociale, potrebbe essere notevolmente ridimensionata con l’emanazione dei decreti attuativi: la novità è che potranno presentare domanda e beneficiare dell’anticipo a costo zero soltanto disoccupati e disabili, almeno secondo l’indiscrezione pubblicata dal Corriere della Sera e che arriverebbe a chiarire i dubbi di tutti i lavoratori che si chiedono perché il Governo tarda a definire i dettagli della riforma pensioni.

Dopo mesi dall’approvazione della riforma pensioni mancano ancora i decreti attuativi necessari per definire chi e come potrà presentare domanda per andare in pensione anticipata e richiedere l’Ape, l’anticipo pensionistico, e la sua versione Social, al centro dell’ultima notizia in merito alla riduzione dei soggetti che potranno presentare domanda.

L’ultima notizia è che saranno realmente in pochi a poterne beneficiare: non basterebbero i fondi messi a disposizione con la Legge di Bilancio 2017 e la riforma pensioni rischia di essere stroncata. Senza l’Ape verrebbe totalmente svuotato tutto il lavoro di Governo e Sindacati sulla pensione anticipata e la notizia non può che far crescere il malcontento dei lavoratori che avrebbero potuto beneficiare delle novità in ambito previdenziale inserite dalla riforma pensioni 2017.

Chi potrà presentare domanda di Ape nel 2017? Cerchiamo di capire perché i decreti attuativi della riforma pensioni sono in ritardo e quali le ultime indiscrezioni che saranno chiarite la prossima settimana.

Riforma pensioni: Ape non per tutti nel 2017, ecco perché i decreti attuativi tardano

Saranno potenzialmente 35.000 le domande di Ape Sociale, la pensione anticipata a costo zero inserita con la riforma pensioni per determinate categorie di lavoratori ma lo Stato non ha abbastanza fondi.

Per il 2017 in favore dell’Ape Sociale la riforma pensioni ha a disposizione 300 milioni di euro, destinati a garantire l’assegno di pensione, senza penalizzazioni e senza costi a carico del contribuente, nei confronti di specifiche categorie di lavoratori.

I requisiti per accedere all’Ape Sociale sono già stringenti di per sé: possono accedervi disabili, caregivers, lavoratori impiegati in mansioni gravose e disoccupati privi di ammortizzatori sociali e quindi di assegno di disoccupazione, il tutto accompagnato dal requisito anagrafico e contributivo: 63 anni d’età e 30 di contributi, o 63 anni e 36 di contributi nel caso di lavoratori impiegati in lavori gravosi.

Con i decreti attuativi che daranno ufficialmente il via a quanto previsto dalla riforma pensioni i beneficiari dell’Ape Sociale potranno essere ancor meno di quanto previsto, almeno nel primo anno: la novità è che potranno ricevere la pensione anticipata prima i disoccupati e poi i disabili e chi assiste familiari affetti da disabilità.

Un meccanismo che trasformerebbe la riforma pensioni in un “sistema a fasi”, che inizialmente lascerebbe fuori i lavoratori impiegati in mansioni usuranti. I decreti attuativi prevederanno davvero un’ulteriore restrizione della platea dei beneficiari? La notizia è che la riforma pensioni 2017 verrebbe stroncata ma, a quanto pare, il Governo non è sarebbe in grado con i fondi a disposizione di coprire le domande che potrebbero essere presentate e l’obiettivo sarebbe garantire un’entrata a quei lavoratori privi di qualsiasi forma di reddito, disoccupati in primis.

Riforma pensioni: Ape Sociale 2017, ecco chi potrà presentare domanda e quando

In linea di principio, con la riforma pensioni e le novità inserite è stato stabilito che potranno presentare domanda i lavoratori nel rispetto di determinati requisiti soggettivi ed oggettivi.

Potranno accedere all’Ape Sociale introdotta con la riforma pensioni 2017 le seguenti categorie di lavoratori con età anagrafica non inferiore ai 63 anni:

  • disoccupati involontari di lungo corso privi di ammortizzatori sociali, ovvero non titolari di indennità di disoccupazione da almeno 3 mesi. Causa della disoccupazione dovrà essere il licenziamento, dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale da procedura di conciliazione;
  • con invalidità pari o superiore al 74%, ovvero con riduzione della capacità lavorativa accertata dalle commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile;
  • lavoratori caregivers, ovvero che assistono un familiare disabile convivente, coniuge o parente di 1° grado per almeno 6 mesi;
  • lavoratori che svolgono lavori usuranti, ovvero le cosiddette attività gravose, da almeno 6 anni.

Eccetto che per i lavori usuranti, per i quali è richiesto un requisito contributivo di 36 anni, negli altri casi precedentemente elencati bisognerà aver versato all’Inps almeno 30 anni di contributi previdenziali e non risultare titolari di pensione superiore ai 1.500 euro al mese.

La novità è che le domande, che dovranno prendere il via dal 1 maggio 2017, potrebbero non essere aperte a tutti: le indiscrezioni e le ultime notizie parlano della previsione di inserire, con i decreti attuativi, un meccanismo a scalare: prima disoccupati, poi disabili, poi caregivers e soltanto ad ultimo i lavoratori impiegati in mansioni usuranti.

Saranno tutelate dalla riforma pensioni prima i lavoratori privi di qualsiasi forma di entrate, ovvero i disoccupati senza diritto a percepire il sussidio di disoccupazione da almeno 3 mesi prima della presentazione della domanda di Ape Sociale.

L’indiscrezione e l’ultima novità sulla riforma pensioni 2017 potrebbe non accogliere il consenso proprio di tutti ma, in mancanza di risorse e di fondi per garantire il pieno avvio della pensione anticipata e nello specifico dell’Ape Sociale, bisognerà scegliere. I decreti attuativi, che dovranno essere emanati entro la fine di marzo 2017, dovranno chiarire ogni dubbio.

Ulteriori novità e soprattutto chiarimenti arriveranno già la prossima settimana quando sono in programma due incontri tra Governo e Sindacati: il primo il 20 marzo per definire i dettagli dei decreti attuativi alla riforma pensioni e il secondo, il 23, nel quale saranno affrontati i temi della fase 2, tra cui ammortizzatori sociali e pensione minima di garanzia.

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