Home > Altro > Archivio > Pensioni oggi: firmato il decreto sulla RITA
Pensioni oggi: firmato il decreto sulla RITA
martedì 5 settembre 2017, di
Pensioni, oggi è un giorno molto importante per chi ha intenzione di anticipare l’uscita dal lavoro: il Consiglio dei Ministri infatti firmando il decreto sull’Ape volontario ha dato il via anche alla RITA, la rendita integrativa temporanea anticipata.
Entrambe queste novità sulle pensioni erano previste dalla Legge di Bilancio 2017; finalmente quindi la riforma delle pensioni può prendere forma.
L’APE e la RITA sono due misure indipendenti, tuttavia i requisiti di quest’ultima sono gli stessi di quelli previsti per accedere all’Ape volontaria. Per questo motivo solo oggi la RITA è pronta per fare il suo ingresso nel sistema pensionistico italiano grazie alla firma sul decreto attuativo dell’APE.
Il tema delle pensioni oggi si arricchisce quindi di un nuovo capitolo, poiché coloro che durante la propria vita lavorativa hanno contribuito ad una forma di previdenza complementare potranno finalmente beneficiare di una rendita integrativa anticipata fino al raggiungimento dell’età pensionabile.
Prima di andare avanti e parlare di questa novità sulle pensioni è bene specificare che la RITA può essere riscossa anche nel caso in cui non sia stata fatta la domanda per l’APE.
Due provvedimenti legati ma distinti; soffermiamoci sul secondo, analizzando il funzionamento della RITA ai fini della pensione anticipata.
I vantaggi della RITA
La RITA permette alla persona che ha perso il lavoro di ricevere sotto forma di rendita temporanea il capitale versato ai fondi di previdenza complementare durante gli anni di lavoro.
Questa rendita integrativa sarà riconosciuta fino a quando il contribuente non raggiungerà l’età pensionabile, quindi i 66 anni e 7 mesi. Come anticipato, però, non tutti possono approfittare della RITA ma solo coloro che soddisfano i requisiti previsti dal decreto attuativo dell’APE.
Nel dettaglio, per la pensione anticipata con la RITA bisogna:
-* essere iscritti all’assicurazione generale obbligatoria o alla Gestione separata INPS;
- aver compiuto i 63 anni;
- maturare il diritto alla pensione di vecchiaia entro i 3 anni e 7 mesi;
- aver maturato un’anzianità contributiva minima di almeno 20 anni;
- avere diritto - una volta raggiunta l’età pensionabile - ad un assegno di pensione superiore a 1,4 volte il trattamento minimo riconosciuto dall’assicurazione generale obbligatoria;
- non essere titolari di un assegno ordinario di invalidità o di un trattamento pensionistico diretto.
APE o RITA: è il lavoratore a scegliere
Il lavoratore con almeno 63 anni che vuole andare in pensione anticipatamente, quindi, è libero di scegliere da chi farsi anticipare l’assegno pensionistico futuro.
Ad esempio, questo può chiedere sia l’APE che la RITA, decidendo ad esempio di farsi anticipare il 50% del valore netto della pensione dalle banche, mentre la parte restante verrebbe sottratta dalla pensione complementare a cui ha diritto.
Oppure il lavoratore può scegliere di attingere ad una sola delle due misure, a seconda di quelle che sono le sue esigenze. Dire quale tra le due conviene non è semplice, perché si tratta di una scelta soggettiva da parte del lavoratore.
Possiamo dire però che mentre l’APE non concorre al prelievo Irpef, le somme anticipate dalla RITA sono soggette ad un prelievo fiscale che oscilla tra il 9% e il 15%.
Questa infatti è soggetta a tassazione tramite la ritenuta a titolo d’imposta con un’aliquota pari al 15%, che però viene ridotta dello 0,3% per ogni anno superiore al 15° di partecipazione alle forme pensionistiche complementari (fino ad un massimo del 6%).
Potranno accedere alla RITA sia i dipendenti del settore pubblico che quelli del privato, l’importante è che abbiano aderito a fondi pensione o ai piani individuali pensionistici. Ne sono esclusi invece coloro che hanno aderito ad un fondo pensione istituito prime del 1993 in regime di prestazione definita; in questo caso infatti l’anticipo pensionistico finanziato da questi fondi potrebbe comportare uno squilibrio attuariale delle rispettive gestioni.
Per saperne di più sulla RITA potete consultare la nostra guida di approfondimento; per maggiori dettagli comunque dovremo attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo, che dopo la firma da parte del Presidente del Consiglio sembra essere ormai imminente.