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Pensioni 2017: taglio sull’assegno bloccato, ma nel 2018 sarà inevitabile. Ecco quanto si perde

venerdì 10 febbraio 2017, di Anna Maria D’Andrea

Pensioni 2017: taglio sull’assegno congelato, almeno per il momento. L’ultima novità è che per il 2017 i pensionati potranno stare tranquilli: non ci sarà nessun prelievo sugli assegni grazie ad un emendamento presentato in sede di conversione del Decreto Milleproroghe.

Non ci sarà la restituzione dello 0,1% della maggiore indicizzazione concessa dall’Inps nel 2015 che prima dell’emendamento avrebbe comportato un taglio - seppur lieve - all’assegno pensionistico a partire dal mese di aprile 2017.

Il conguaglio negativo sugli assegni pensionistici calcolato in merito agli importi erogati ai pensionati nel 2015 slitta al 2018; un conguaglio una tantum che servirà a rimborsare quanto erogato erroneamente nei confronti dei pensionati negli anni passati. La novità è per il momento non ci sarà alcun taglio alle pensioni ma che nel 2018 sarà quasi inevitabile.

Ma qual è il motivo del taglio alle pensioni nel 2018 e di quanto diminuiranno gli assegni? La brutta notizia già annunciata negli scorsi mesi e che non può certo far felici i pensionati è il conguaglio negativo dovuto all’inflazione. Per il prossimo anno dovrà essere recuperato lo 0,1% dell’importo erogato nel 2015 nei confronti dei pensionati a seguito della rivalutazione degli assegni pensionistici.

La buona notizia è, invece, che il taglio delle pensioni nel 2018 sarà minimo, ma si tratta di una somma che però porterebbe nelle casse dello Stato circa 208 milioni di euro per l’anno 2017.

Quanto perderanno i pensionati nel 2018, perché è stata bloccata la restituzione dello 0,1% sugli assegni erogati nel 2015? Di seguito dettagli, esempi e simulazioni.

Pensioni 2017: taglio sull’assegno bloccato, ma nell 2018 sarà inevitabile. Ecco quanto si perde

Il conguaglio negativo sulle pensioni nel 2017 non ci sarà. Le notizie arrivate dal Presidente Inps Boeri avevano fissato al mese di aprile la prima ondata di prelievo sulle pensioni ma ad oggi sappiamo che è stato presentato un emendamento al Decreto Milleproroghe per congelare gli assegni e far slittare tutto al 2018.

La notizia del taglio sull’assegno pensionistico dello 0,1% relativo agli assegni erogati nel 2015 in realtà non aveva preoccupato molto i pensionati: la notizia che si sarebbe trattato di una somma poco consistente era bastata a placare gli animi.

La decisione di tagliare l’assegno pensionistico nei confronti della totalità dei pensionati soltanto a partire dal 2018 è stata presa non tanto per non gravare sulle tasche dei pensionati - alle prese con ben altre spese e ben altri costi che sarebbe bene tagliare - ma perché “pur trattandosi di importi modesti la loro decurtazione avrà un effetto penalizzante agli occhi dei pensionati in un momento di inflazione zero e di assenza di rivalutazione degli assegni previdenziali”, questo è quanto affermato dal presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano.

Anche nel 2017 è previsto un rinvio, buona notizia per i pensionati. Il taglio ci sarà, ma la consolazione è che l’importo verrà decurtato soltanto a partire dal 2018 e che in realtà quello che si spera è un recupero dell’inflazione, di modo da compensare il prelievo sull’assegno.

L’unica certezza per ora è che, oltre alla diminuzione dell’assegno nel 2018 a causa del conguaglio negativo, per il 2017 le pensioni saranno bloccate e non ci saranno rivalutazioni sull’assegno pensionistico. Il calcolo di quanto si perderà a causa del conguaglio negativo dovrà essere effettuato sulla base del proprio importo di pensione e ovviamente non sarà lo stesso per tutti i pensionati.

A causa dell’indice di inflazione a zero, non subiranno modifiche gli importi del trattamento minimo, fissato a 501,89 nel 2017 e tanto meno per l’assegno sociale, che resterà pari a 448,06 euro al mese.

Cerchiamo di capirci di più, con alcuni esempi numerici in grado di dare un quadro più chiaro su cosa comporterà il conguaglio dello 0,1% sulle pensioni e di quanto diminuiranno nel 2018.

Pensioni 2017, da gennaio tagli sull’assegno: ecco quanto si perde

Il taglio della pensione nel 2018 dovrà essere calcolato nella misura dello 0,1% del proprio assegno pensionistico. Gli effetti dell’inflazione e la rivalutazione a zero comporteranno l’inevitabile diminuzione dell’assegno pensionistico ma, a consolare i pensionati, è la notizia che si tratterà di un importo esiguo.

Per quel che riguarda la platea di pensionati con pensione lorda di 1.400 euro, ovvero un’ampia fetta della popolazione, la perdita che si registrerà a partire dal 2018 sarà in totale di 18,60 euro all’anno, compresa la tredicesima mensilità erogata nel mese di dicembre.

Discorso diverso per le pensioni di importo maggiore: la perequazione è calcolata al pieno per le pensioni fino a 3 volte l’importo dell’assegno minimo, al 95% per quelle da 3 a quattro volte, al 75% per quelle da quattro a cinque volte, al 50% da cinque a sei volte il minimo e al 45% per quelli superiori a 6 volte il trattamento minimo.

In sostanza, per i pensionati con assegni compresi tra 1.400 euro e fino a 3.000 euro la perdita sarà compresa tra 18 e 20 euro in totale; per le pensioni più alte, ovvero su un assegno medio di 3.000 euro, il taglio sarà dello 0,095% ovvero di 37,05 euro.

L’importo, in sostanza, diminuisce proporzionalmente sulla base dell’ammontare dell’assegno pensionistico, con un taglio inferiore per quel che riguarda le pensioni di importo maggiore.

Discorso diverso, invece, per le pensioni d’oro, ovvero quelle superiori al trattamento minimo di 14, 20 e 30 volte. Non si applicherà il contributo di solidarietà rispettivamente del 6%, del 12% e del 18% e pertanto gli assegni aumenteranno, tornando all’importo pieno.

Per rimanere aggiornato su tutte le novità Pensioni 2017 leggi -> Guida pensioni 2017: tutte le novità della Legge di Stabilità

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