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Mercato azionario: nessun crollo, solo diverse correzioni in arrivo

sabato 24 febbraio 2018, di Michela Del Zoppo

Il mercato azionario torna sotto la lente d’ingrandimento degli analisti di Wall Street.

Secondo alcuni strategist di Citi tra cui Jeremy Hale, Maximilian Moldashl, Amir Amin, Jamie Fahy e Skylar Montgomery Koning da qui in avanti non si potrà parlare di mercato ribassista, ma soltanto di fasi di correzione.

Ad avere un impatto significativo saranno le riduzioni sincronizzate degli acquisti di asset da parte delle banche centrali (un processo noto come tapering) oltre che l’inasprimento della politica monetaria e l’aumento dei tassi di interesse.
Per dirla in altre parole, il tapering sincronizzato potrebbe causare volatilità sia sul mercato azionario sia su quello obbligazionario.

Come si stanno comportando le banche centrali

Secondo Citi, solo la Fed sta lavorando per ridurre il proprio bilancio. La BCE e la Bank of Japan, invece, stanno semplicemente procedendo ad un ritmo più lento di prima. Ma c’è un elemento da tenere in considerazione, avvertono gli strategist: i flussi si stanno allentando sui mercati finanziari.

“Il restringimento della politica monetaria tramite i tassi di interesse è ancora prerogativa quasi esclusiva della Fed.”

Tuttavia, guardando alle possibili implicazioni di un tapering sincronizzato da parte delle altre banche centrali, gli strategist hanno avvertito circa l’alta probabilità di correzioni del mercato azionario, sebbene non necessariamente maggiore rispetto ai periodi pre-taper.

Per gli esperti, è indubbio poi che ci sarà una maggiore volatilità sugli asset a rischio, compresi i titoli azionari e gli spread sul credito societario e sovrano. Tuttavia la view di Citi rimane quella dichiarata: non c’è motivo per parlare di mercato ribassista.

Citi ha notato che il tapering della BCE potrebbe determinare una rivalutazione dell’euro come conseguenza della riduzione dei flussi dai fondi di investimento esteri nel resto del mondo, in particolare negli Stati Uniti. Il che probabilmente aumenterebbe le pressioni al rialzo sui rendimenti degli Stati Uniti e sugli spread del credito corporate USA.

La sincronizzazione dei tassi di interesse

Osservando le potenziali implicazioni del “restringimento sincronizzato” della politica monetaria – ovvero l’aumento dei tassi di interesse che ci si aspetta con il miglioramento dell’economia globale - Citi ha fatto notare come ci si trovi ancora ad uno stadio iniziale del processo.

Solo la Fed e la Bank of England hanno iniziato lentamente a rialzare i tassi e la maggior parte degli economisti ritiene che la Bank of Japan e la BCE non toccheranno il costo del denaro fino al 2019, a meno che l’inflazione non aumenti più rapidamente del previsto.

In un contesto di tightening sincronizzato, continuano gli strategist di Citi, l’azionario continuerebbe a viaggiare in rialzo ove il restringimento riflettesse una crescita maggiore ed effettiva, nominale o reale che sia. Una situazione del genere cambierebbe le dinamiche dei rendimenti obbligazionari in Europa e negli Stati Uniti.

“Nella fase iniziale sono l’economia americana e la Fed a condurre. La curva degli Stati Uniti si appiattisce mentre i tassi salgono. Nella seconda fase, invece, si assiste al rallentamento dei rischi sulla crescita e sull’inflazione globale. I rendimenti degli Stati Uniti sono al culmine e la curva smette di appiattirsi. Ma in Europa, la discesa della curva rimane forte”,

hanno concluso gli strategist.

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