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Meno insegnanti assunti in futuro: le classi si stanno svuotando. La conferma del MIUR
lunedì 21 agosto 2017, di
Diventare insegnante in futuro sarà più difficile rispetto ad oggi visto che i posti disponibili saranno di meno rispetto ad oggi. Lo ha confermato il Ministero dell’Istruzione, il quale ha confermato che il numero di iscritti per l’anno scolastico 2017-2018 è calato notevolmente rispetto al 2016-2017.
Secondo le stime del MIUR, infatti, con l’inizio dell’a.s. 2017-2018 ci saranno 33mila studenti in meno rispetto allo scorso anno, un trend che conferma il calo degli anni passati. Nell’ultimo triennio, infatti, sono circa 100mila gli studenti “persi” dalla scuola italiana e i primi a subire gli effetti di questo calo potrebbero essere proprio gli insegnanti.
Come confermato dall’Istat, infatti, questa situazione non migliorerà nei prossimi anni, anzi la contrazione della popolazione scolastica italiana sarà ancora più evidente. Gli organici dovranno quindi adattarsi alle nuove esigenze della scuola italiana e per questo potrebbe esserci una riduzione significativa del numero di docenti di ruolo; in tal caso diventare insegnante sarebbe persino più difficile di quanto accade oggi.
La causa della riduzione del numero degli iscritti non dipende solo dal calo delle nascite che da qualche anno a questa parte sta caratterizzando il nostro Paese, poiché bisogna considerare anche l’interruzione della crescita di alunni stranieri nelle classi italiane. Insomma, anche gli stranieri si stanno adattando al trend degli italiani, mettendo al mondo sempre meno figli.
Dove ci porterà questa situazione? Quali conseguenze avrà per gli insegnanti? Proviamo a fare chiarezza sulle nubi che si addensano sul futuro della scuola italiana.
La scuola italiana è in crisi: gli iscritti sono sempre meno
Negli ultimi tre anni è come se tutti i bambini di Molise e Basilicata avessero smesso di andare a scuola: sono circa 100mila, infatti, gli studenti “persi” dalla scuola italiana.
Nel dettaglio, nel 2015/2016 il calo degli iscritti rilevato dal MIUR fu pari a 20mila, mentre l’anno successivo furono 46mila gli studenti in meno. Se a questi si aggiungono i 33mila di quest’anno ecco che arriviamo ad un totale di 100mila.
Un trend che come rilevato dall’Istat non è destinato a migliorare: secondo l’istituto di statistica tra 5 anni ci saranno ben 361mila alunni in meno, mentre nel 2027 il calo complessivo sarà di 774mila unità.
Un calo inarrestabile al quale sta contribuendo il cambio di abitudini degli stranieri residenti nel nostro Paese: l’ultimo report ministeriale, infatti, ha confermato che gli stranieri - così come gli italiani - fanno sempre meno figli. Il loro numero non cresce più come una volta e questo ha delle conseguenze negative sulla scuola italiana la quale sta assistendo ad un vero e proprio svuotamento delle classi.
Secondo l’Istat nei prossimi anni gli stranieri continueranno ad “adattarsi” al trend delle nascite degli italiani: ecco perché gli iscritti alle scuole di ogni ordine e grado saranno sempre meno.
Se non ci sono alunni a cosa servono gli insegnanti?
Al calo degli alunni seguirà quello degli insegnanti: meno saranno gli iscritti, infatti, è più gli organici verranno ridotti.
Se a questa situazione si aggiungono le regole della legge Fornero che hanno introdotto il doppio paletto - età e periodo contributivo - per lasciare la cattedra più il nuovo innalzamento dell’età pensionabile è facile intuire che nei prossimi anni il turnover docenti sarà ancora più complicato rispetto ad oggi.
Bisogna precisare comunque che ad oggi il MIUR non ha adattato gli organici alla riduzione, anzi ne ha approfittato per diminuire il numero degli alunni per classe rispettando quanto stabilito dalle normative ministeriali. Non è detto però che sia così anche in futuro; è inevitabile infatti che la contrazione degli alunni prima o poi comporterà un taglio degli organici, con tanto di esuberi.
Insomma, il futuro della scuola e degli insegnanti - così come quello del sistema previdenziale italiano - sembra essere in mano agli stranieri.