Marco Mottola, cosa fa oggi l’uomo prosciolto dalle accuse per l’omicidio Mollicone

Luna Luciano

15 Febbraio 2024 - 19:31

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Chi è Marco Mottola, l’uomo prosciolto in primo grado dalle accuse per l’omicidio di Serena Mollicone. Ecco cosa fa oggi e la ricostruzione dell’omicidio.

Marco Mottola, cosa fa oggi l’uomo prosciolto dalle accuse per l’omicidio Mollicone

Si apre un nuovo capitolo della triste storia dell’omicidio di Serena Mollicone.

In questi giorni, a distanza di ventitré anni dall’accaduto e da quasi due dalla sentenza di primo grado che ha assolto dai capi di accusa Marco Mottola e il resto degli imputati, si sta celebrando il processo di secondo grado.

Nuove rivelazioni sembrerebbero però rimettere in discussione la sentenza, come è emerso dall’inchiesta di Inside, lo spin-off de Le Iene che andrà in onda proprio questa sera, 15 febbraio, in prima serata su Italia uno.

Rimane insoluto, per adesso, il cold case di Serena Mollicone, la giovane studentessa di appena 18 anni che scomparve da Arce, in provincia di Frosinone, il 1° giugno 2001, il cui corpo fu rinvenuto solo il 3 giugno in un bosco situato nel comune di Fontana Liri, a circa otto chilometri dal paesino in cui la ragazza abitava con il padre e la sorella.

Oggi Marco Mottola ha più di quarant’anni e si è sempre dichiarato innocente. Ma chi è, cosa fa oggi e perché è indagato per l’omicidio di Serena Mollicone? Ecco tutto quello che c’è da sapere sul caso e sulla famiglia Mottola, dal ritrovamento del corpo alle indagini e i depistaggi.

Omicidio Mollicone: le indagini e la svolta che condusse ai Mottola

Serena Mollicone aveva solo 18 anni quando scomparve da Arce il 1° giugno 2001. Studentessa del liceo socio pedagogico di Sora, era impegnata con il padre Guglielmo, insegnante di una scuola locale, nella lotta contro le droghe.

Il suo corpo fu ritrovato solo due giorni dopo in un bosco situato nel comune di Fontana Liri, con mani e i piedi legati da fil di ferro e la testa chiusa in un sacchetto. Le indagini però furono gestite in modo anomalo, tanto che si sospetta di possibili depistaggi: il diario di Serena fu consegnato al comandante dei carabinieri, Franco Mottola, ma non fu mai messo a verbale.

Dopo 45 giorni senza risultati, la procura di Cassino affidò gli accertamenti alla polizia di Stato, Unità Analisi Crimine Violento. Nel 2003 fu accusato, arrestato e poi scagionato Carmine Belli, un carrozziere che testimoniò di aver visto Serena discutere con un ragazzo biondo.

La svolta nelle indagini giunse solo nel 2008 quando si tolse la vita il brigadiere Santino Tuzi, all’epoca dell’omicidio in servizio presso la caserma dei carabinieri di Arce. Prima del suo suicidio - sulle cui dinamiche persistono dei dubbi - il sottufficiale dichiarò di aver visto Serena entrare in caserma ma non di averla mai vista uscire.

Dopo aver riesumato la salma nel 2016, dall’autopsia emersero dati sconcertanti ma ritenuti sufficienti per accusare di:

  • omicidio e occultamento di cadavere l’ex maresciallo Franco Mottola, la moglie Annamaria e il figlio Marco;
  • concorso esterno in omicidio ed istigazione al suicidio di Tuzi l’ex vicecomandante Vincenzo Quatrale;
  • favoreggiamento l’appuntato dei carabinieri Francesco Suprano.

Il movente sembrerebbe essere chiaro: Serena Mollicone aveva deciso di denunciare ai Carabinieri l’attività di spaccio di Marco Mottola, all’epoca quasi ventenne. Sarebbe lui il ragazzo biondo con il quale Serena discuteva la mattina del 1° giugno e sempre lui l’avrebbe aggredita in caserma sferrandole un pugno sulla tempia, facendola sbattere contro una porta.

Omicidio Mollicone, le ricostruzioni e perché è stato assolto Marco Mottola in primo grado

Secondo la pubblica accusa Serena fu uccisa da Marco Mottola nella caserma di Arce. I Mottola sono stati accusati di omicidio volontario in concorso e occultamento di cadavere. Per l’accusa, infatti, portarono nella notte Serena, ancora viva, nel bosco di Fonte Cupa, vicino Arce, dove poi fu ritrovato il suo corpo.

In primo grado, però, i giudici hanno deciso di assolvere tutti e 5 gli imputati, in quanto durante il dibattimento non sono stati provati molti degli “asseriti depistaggi che secondo l’accusa il maresciallo Mottola avrebbe compiuto in sede di prime indagini”. Inoltre, secondo i magistrati sono emerse delle “prove che si pongono in termini contrastanti rispetto alla ricostruzione dei fatti da parte della pubblica accusa”.

Infine si evidenziano “consistenti e gravi elementi indiziari dai quali si deve necessariamente desumere l’implicazione nella commissione del delitto in esame di soggetti terzi, che sono rimasti ignoti”.

Marco Mottola, chi è e cosa fa oggi?

Oggi Marco Mottola ha 42 anni e gestisce un’attività commerciale a Venafro in Molise, ma nel lontano 2001 era conosciuto in paese come uno spacciatore e sembra che Serena avesse deciso di denunciarlo recandosi il giorno della scomparsa in caserma.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, infatti, la vittima sarebbe stata uccisa in caserma, benché secondo la difesa di Mottola non vi siano mai state prove o riscontri che provassero quanto accaduto.

Oggi Mottola, da uomo libero, sta per affrontare con suo padre, l’ex Maresciallo Franco Mottola, la madre Annamaria, il sottufficiale Vincenzo Quatrale e il carabiniere Francesco Suprano il processo di secondo grado. In tribunale però mancherà Guglielmo Mollicone, il padre di Serena, morto nel maggio del 2020 senza conoscere la verità sulla morte della figlia.

A oggi, la famiglia Mollicone non ha ancora ottenuto giustizia per la perdita di Serena.

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