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Guerra nucleare, Trump: “Iran in combutta con la Corea del Nord”. Che rischi ci sono?
lunedì 25 settembre 2017, di
Il mondo sull’orlo di una guerra nucleare. La politica ultra aggressiva dettata da Donald Trump ha riacutizzato diverse criticità che sembravano essere state smorzate, facendo scattare una nuova pericolosa corsa agli armamenti.
Dopo il discorso di Trump all’Onu, il risultato è stato il solito scambio di accuse con Kim Jong-un ma soprattutto un test missilistico effettuato dall’Iran, anch’esso tirato in ballo dal tycoon nel suo intervento al Palazzo di Vetro.
Per il Presidente americano Teheran sarebbe in “combutta con la Corea del Nord”, mentre il collega iraniano Rohani ha annunciato che il suo paese riprenderà il suo progetto di rafforzamento missilistico, accantonato dopo gli accordi siglati con Obama.
Sullo sfondo poi ci sono il Referendum in Kurdistan e la guerra civile nello Yemen, tutte situazioni queste che aggiunte alla crisi con la Corea del Nord fanno tremare per il possibile scoppio di una guerra nucleare, visto che la diplomazia al momento sembrerebbe essere stata accantonata.
Guerra nucleare: i missili dell’Iran
Nel suo debutto all’Assemblea generale dell’Onu, Donald Trump ha attaccato duramente l’Iran, accusandolo di nascondere sotto la democrazia un governatore violento parlando quindi di “stato canaglia”.
Invece che verbale la risposta di Teheran è stata militare. In occasione della “Settimana della Difesa Sacra”, dove si ricorda la guerra contro l’Iraq, l’Iran ha effettuato un test lanciando un missile balistico.
Nello specifico si tratta di un missile Khorramshahr, un vettore intercontinentale che può trasportare anche testate nucleari con una gittata di 2.000 chilometri, capace di raggiungere quindi sia Israele che l’Europa.
Oltre alla Corea del Nord, anche l’Iran così torna a mostrare i muscoli facendo capire che, in caso di una escalation militare, sarebbe pronta a scatenare una guerra nucleare contro il nemico di sempre Stati Uniti.
Per Donald Trump il test è una chiara minaccia agli accordi presi con l’Iran sul tema del nucleare, cinguettando poi su Twitter come il missile avrebbe potuto raggiungere Israele e che Teheran sia in combutta con Kim Jong-un.
Iran just test-fired a Ballistic Missile capable of reaching Israel.They are also working with North Korea.Not much of an agreement we have!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 23 settembre 2017
Le provocazioni militari quindi al momento non arriverebbe più soltanto dalla Corea del Nord ma anche dall’Iran. Tutto questo poi avviene mentre lo scenario in Asia si fa sempre più complesso e delicato, viste le tante criticità presenti nella penisola coreana e in Medio Oriente.
Le colpe di Trump
Il fatto che si è tornati a parlare di guerra nucleare anche per quanto riguarda l’Iran, senza dubbio la responsabilità di questo va quasi nella sua totalità imputata a Donald Trump, che all’Onu ha attaccato senza mezzi termini Teheran.
Tutti i passi in avanti compiuti da Obama sul tema sembrerebbero infatti essere stati in un sol colpo cancellati, con i rapporti tra i due paesi che tornano ad essere tesi e conflittuali come negli anni passati.
Se ormai allo scambio di bambineschi insulti tra Trump e Kim Jong-un siamo purtroppo abituati, il già di per sé infuocato Medio Oriente non ha di sicuro bisogno di ulteriore benzina sul fuoco.
Oltre alla guerra contro lo Stato Islamico dell’Isis, il Referendum del Kurdistan per l’indipendenza dall’Iraq rischia di provocare non pochi problemi. Iran e Turchia hanno aumentato gli stanziamenti militari lungo i confini iracheni, temendo infatti per lo scoppio di una guerra civile.
Nello Yemen invece i ribelli che controllano la parte settentrionale del paese, appoggiati dall’Iran, sono in guerra da quasi due anni con l’Arabia Saudita, storica alleata degli Stati Uniti, che invece vorrebbe riportare al potere il vecchio Presidente.
Il Medio Oriente ribolle e le parole di Trump di certo non stemperano le tensioni. Sullo sfondo poi c’è sempre la Russia, da sempre al fianco di Teheran e che di certo non ha gradito le ultime esternazioni del tycoon.
Il nuovo spirito guerrafondaio della Casa Bianca agita sempre più le acque, visto che la diplomazia è sempre più in secondo piano rispetto a una sfrenata corsa agli armamenti che non promette nulla di buono.