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Gelmini e la gaffe sulla flat tax: confusa la proporzionalità con la progressività

giovedì 25 gennaio 2018, di Alessandro Cipolla

Mariastella Gelmini ci risiamo. Dopo la gaffe quando era ministro dell’Istruzione sul famoso “tunnel tra il CERN e il Gran Sasso” riservato ai neutrini, l’esponente di Forza Italia inciampa adesso sulla flat tax, uno dei punti cardine del programma elettorale di Berlusconi e del centrodestra.

Ospite del salotto televisivo di Porta a Porta, la Gelmini ha assicurato l’esistenza della progressività, prevista dalla Costituzione, nella loro idea di flat tax. Peccato però che invece si riferisse alla proporzionalità presente, tanto da essere ripresa dagli ospiti in studio compresa Barbara Lezzi del Movimento 5 Stelle.

Lo scivolone della Gelmini

Nei tanti programmi politici che si stanno susseguendo in questa campagna elettorale, finalmente a Porta a Porta è andato in scena un confronto diretto tra due esponenti di schieramenti diversi.

Da una parte infatti c’era Mariastella Gelmini, uno dei volti più in vista di Forza Italia, mentre dall’altra era ospite la senatrice del Movimento 5 Stelle Barbara Lezzi. Argomento della discussione i programmi elettorali che sono stati presentati dai due schieramenti.

Grande attenzione in particolare è stata riservata al tema delle tasse e sulla fattibilità delle proposte che sono state presentate. A riguardo, Bruno Vespa ha chiesto alla Gelmini come potrà essere garantita, come previsto dalla Costituzione, la progressività fiscale con una flat tax pensata al 23% per tutti quelli al di sopra dei 12.000 euro, con quest’ultimi che rientrerebbero nella fascia no tax.

Viene assolutamente garantita, sulla base di quanto uno ha comunque la percentuale del 23% cambia. La flat tax non agevola i ricchi, il principio della progressività rimane.

Una risposta questa di Mariastella Gelmini che però non ha convinto un solerte Vespa, che le ha chiesto se quindi con loro uno che dichiara 100.000 euro pagherà sempre il 23% come chi ne dichiara 1 milione.

Però lo paga su 1 milione, la proporzione è la fotografia di quanto uno ha, fino a 12.000 euro uno non paga.

A quel punto l’editorialista del Corriere Massimo Franco, ospite anche lui in trasmissione, è intervenuto bacchettando l’ex ministro sul fatto che quello di cui lei stava parlando fosse la proporzionalità e non la progressività.

A rincarare la dose poi ci ha poi pensato Barbara Lezzi: “C’è bisogno che l’onorevole ripassi proporzionale e progressivo che sono due concetti diversi, tanto che Berlusconi stesso si è detto incerto su una eventuale pronuncia della Corte”.

Gli “incapaci”

In questa campagna elettorale Silvio Berlusconi sta martellando molto contro il Movimento 5 Stelle, definiti “assoluti incapaci, che non hanno mai lavorato, mai pagato le tasse e hanno invidia profonda per chi ha saputo conquistarsi il benessere”.

Per l’ex premier ci sarebbe il rischio che il paese possa essere governato, al termine delle elezioni del 4 marzo, da una classe politica senza né esperienza né capacità per ricoprire un incarico così importante e delicato.

Senza dubbio l’essere gente comune è uno dei tratti distintivi del Movimento 5 Stelle. Non è un caso che nell’ipotetica squadra di governo pentastellata, Luigi Di Maio stia pensando a diverse figure di spessore come Luigi Zingales e Piercamillo Davigo.

Mariastella Gelmini invece ministro lo è già stato dal 2008 al 2011 quando Silvio Berlusconi le affidò il dicastero dell’Istruzione. Celebre la sua frase nel settembre 2011 “Alla costruzione del tunnel tra il CERN ed i Laboratori nazionali del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro”.

Naturalmente non c’era nessun tunnel materiale tra il Gran Sasso e la Svizzera, con la gaffe che costò il posto al portavoce dell’ex ministro colpevole di omesso controllo nel comunicato stampa che venne inviato a nome della Gelmini.

Dopo i neutrini ora la progressività della flat tax confusa con la proporzionalità, due concetti molto differenti. Più in generale, è però l’intera classe politica italiana a essere scaduta di molto nella qualità dei propri esponenti e questo, ahinoi, non solo per colpa del Movimento 5 Stelle.

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