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Fiorello vince la battaglia contro il Fisco: non dovrà versare l’Irap
giovedì 14 dicembre 2017, di
Fiorello ha vinto contro il Fisco: la Cassazione con la sentenza n. 20863 ha dato ragione al conduttore, comico e attore italiano dopo che l’Agenzia delle Entrate gli aveva imposto il versamento dell’imposta sulle attività produttive (Irap) che normalmente si applica alle imprese con autonoma organizzazione.
Il Fisco, infatti, sosteneva che per i suoi spettacoli Fiorello avesse una struttura stabile e organizzata come quella di un’impresa e per questo motivo esigeva il versamento dell’Irap da parte dello showman.
Vediamo dunque come si è evoluta la situazione.
Fiorello ha vinto contro il Fisco: le accuse dell’Agenzia delle Entrate
L’Agenzia delle Entrate ha sempre sostenuto che Rosario Fiorello dovesse versare la tassa sulle attività produttive per gli spettacoli che lo showman portava in tour per tutta Italia.
Il Fisco infatti pensava che per i suoi spettacoli il conduttore italiano avesse una struttura stabile e organizzata e che per questo motivo dovesse pagare la tassa come tutte le altre imprese.
I tecnici all’epoca avevano dichiarato che Fiorello non poteva sottrarsi al “presupposto impositivo voluto dalla legge”.
La Cassazione però con la sentenza n.20863 ha accolto l’obiezione dello showman che ha dimostrato di essersi solo avvalso dei servizi “di una truccatrice occasionale e di due autori di testi”, e di non avere alcun tipo di stabile organizzazione sulla quale dover pagare la tassa sulle attività produttive.
La decisione della Cassazione
La Cassazione ha deciso di accogliere l’obiezione di Fiorello demandando così il caso alla Commissione Tributaria del Lazio che dovrà poi prendere una decisione sull’importo contestato che è pari a 125.761 euro.
È già la seconda volta che la questione arriva alla Corte suprema, poiché già nei primi anni 2000 il Fisco aveva già richiesto il versamento dell’Irap allo showman che da allora cerca di far valere le sue ragioni.
Nel 2008 infatti la Cassazione aveva già dato ragione al conduttore rinviando però la decisione alla Commissione tributaria che aveva poi deciso diversamente.
Fiorello ha vinto dunque questa battaglia contro il Fisco. I legali del conduttore questa volta sono fiduciosi e sperano che la Commissione tributaria decida di concordare con la Cassazione.
I vip e l’evasione fiscale
Quello di Fiorello non è il primo caso in Italia infatti sono molti i vip accusati di evasione fiscale.
Tra questi anche il famoso attore Raoul Bova che è stato condannato, dal giudice monocratico del Tribunale di Roma, a un anno e mezzo di reclusione per evasione fiscale.
Secondo la procura infatti l’attore italiano, tra il 2006 e il 2011, aveva ottenuto sgravi fiscali trasferendo alcuni costi alla società che gestisce la sua immagine, la “Sammarco”, e sfruttando così un sistema che gli avrebbe permesso di pagare un’aliquota Iva più bassa del dovuto.
L’evasione contestata dall’accusa, nel caso di Raoul Bova era di circa 700 mila euro.
Insieme a lui anche Valentino Rossi era stato accusato dal Fisco di evasione. Il motociclista italiano ha cercato dunque un accordo con l’Agenzia delle Entrate di Pesaro per evitare il pagamento di 112 milioni di euro tra Iva, Irpef e Irap.
Alla fine Rossi era riuscito a concordare con l’Agenzia il pagamento di 20 milioni di euro.
Sono molti dunque i vip che sono stati accusati di evasione fiscale, alcuni anche ingiustamente, ma quello che viene spontaneo domandarsi è come sia possibile che pur guadagnando così tanto le celebrità trovino sempre un escamotage per raggirare il Fisco.