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Le Borse mondiali sono crollate: guerra commerciale vicina?
venerdì 23 marzo 2018, di
Le Borse mondiali sono crollate ancora una volta.
Da Wall Street fino ad arrivare al mercato azionario asiatico, tutti i principali indici globali hanno registrato performance da dimenticare, con ribassi che hanno superato addirittura il 4%.
A pesare ancora una volta sull’andamento delle Borse mondiali sono stati i venti di guerra commerciale, resi sempre più forti dall’annuncio di Donald Trump relativo all’introduzione di $50 miliardi di tariffe contro le importazioni cinesi.
A rendere la questione ancor più spinosa per il mercato azionario, sono state poi le dimissioni dell’avvocato personale di Trump, incaricato fino ad ora di seguire le indagini in merito all’interferenza russa nelle elezioni USA 2016.
Borse in profondo rosso: i motivi del crollo
In realtà a determinare il crollo delle Borse mondiali, da Wall Street all’Asia, e oggi probabilmente fino all’Europa, è stato il mix esplosivo tra diversi elementi, tra cui non soltanto la guerra commerciale, ma anche le preoccupazioni sul settore tech esplose assieme al caso Cambridge Analytica e i segnali contrastanti emersi dall’ultima riunione della Fed.
“Una guerra commerciale globale, che sia reale o percepita, è ciò che sta pesando sul mercato. C’è un’enorme incertezza adesso. Se la Cina deciderà di adottare una linea dura sull’agricoltura o su qualsiasi altra cosa, le persone saranno davvero spaventate”,
ha dichiarato Ian Winer, responsabile azionario di Wedbush Securities, sottolineando ancora una volta come il timore più grande per le Borse sia oggi quello di una guerra dei dazi - che potrebbe costare caro anche all’Italia.
La Cina, dal canto suo, prenderà tutte le misure necessarie per difendersi in modo risoluto. Pechino non ha specificato ancora il modo in cui intende rispondere ai dazi di Trump, ma molto probabilmente andrà a “vendicarsi” sulle esportazioni tipiche quali quelle di soia.
Una guerra commerciale tra i due Paesi metterebbe in discussione la crescita e ovviamente il mercato azionario globale. Cina e Stati Uniti sono le due economie più imponenti al mondo e un rallentamento dei flussi commerciali potrebbe impattare in modo significativo sull’outlook e sulle Borse internazionali.
La reazione del mercato azionario USA
Il Fear & Greed Index di CNN Money - utilizzato come misura del sentiment prevalente sul mercato, è crollato in uno stato di “paura estrema” sull’ipotesi sempre più concreta di guerra commerciale tra USA e Cina. Ancor più indicativa la reazione del VIX, il temuto indice di volatilità che è schizzato del 31% nel giro di pochissime ore.
A rendere più evidente il crollo sono state per prime le Borse USA. Tutti i principali indici di Wall Street hanno messo a segno performance da dimenticare, ma il peggiore è stato il Dow Jones che, con un tonfo del 2,93%, è tornato sui 23.957,89 punti.
Non è andata certamente meglio all’S&P, che ha archiviato la sessione di ieri con un rosso del 2,52% su quota 2.643,69%. Male anche il Nasdaq, con un pessimo -2,43% che ha fatto scivolare l’indice sui 7.166,68 punti.
Le Borse asiatiche accentuano le perdite
Se il crollo del mercato azionario americano è stato evidente, il tonfo delle Borse asiatiche ha stupito ancor di più gli osservatori internazionali. Per avere una misura di quanto gli investitori siano fuggiti dall’equity basta guardare al Nikkei, che ha archiviato gli scambi con un rosso del 4,66%.
Dalla Corea, invece, il Kospi ha chiuso a -3,18% ed è stato accompagnato da uno Shanghai a -3,38%. L’Hang Seng, infine, ha continuato a scambiare con perdite di circa 3 punti percentuali, risentendo appieno di quei venti di guerra commerciale che hanno fatto crollare ancora le Borse mondiali.
In Europa, invece, i timori sono sfociati in un sell-off complessivo che ha interessato tutti i principali indici del Vecchio Continente. Da Milano a Madrid, tutti i listini stanno scambiando con rossi superiori al punto percentuale. L’unica eccezione? Londra a -0,80%.