SOS Rendimenti

SOS Rendimenti

di Lorenzo Raffo

Bond oggi – Btp Valore, pregi e difetti del nuovo governativo

Lorenzo Raffo

5 giugno 2023

Bond oggi – Btp Valore, pregi e difetti del nuovo governativo

3,735% di rendimento annuo per un quadriennio con Btp Valore: è lui il nuovo nemico dei conti deposito, gravati fra l’altro da un fisco più pesante.

In sottoscrizione da oggi sul Mot il nuovo Btp Valore è uno “step-up” anomalo, per un doppio motivo: ha una scadenza medio/corta (quattro anni, quindi 2027) e soprattutto due soli livelli progressivi per la cedola (3,25% nel primo biennio e 4,0% nel secondo, con l’aggiunta del premio fedeltà finale di 0,50%, per un rendimento complessivo lordo annuo del 3,735%).

La “yield curve” indica – dati riferiti alla chiusura di venerdì – un 3,43% sulla scadenza a quattro anni e quindi il Valore si colloca sopra, sebbene solo di 30 pb. Si consideri comunque l’anomalia della situazione in corso, che premia le vite residue corte e medie rispetto a quelle lunghe.

I pregi del Btp Valore 2027

Fondamentale si preannuncia una probabile scarsa volatilità della nuova famiglia di Btp, anche perché il premio fedeltà è gratificante su una scadenza quadriennale, al contrario di quanto avviene per esempio per gli altri “step-up” italiani, ovvero i Futura, decisamente più lunghi.

Chi acquisterà il nuovo Btp lo terrà in portafoglio probabilmente fino al rimborso finale, stante il gradino al 4% per i due anni conclusivi, quando l’inflazione sarà – secondo le previsioni in corso – tornata ampiamente sotto tale livello.

Volendo ottenere uno yield pari al 3,735% di collocamento del Valore, scegliendo un Btp a tasso fisso, bisognerebbe puntare su un sette anni (3,74%), quindi esporsi su un triennio in più di vita residua, con gli inevitabili rischi che ciò comporta in termini di volatilità delle quotazioni. Anche in presenza di oscillazioni sui tassi Bce il Valore si annuncia meno esposto a tale variabile proprio per la scadenza relativamente corta.

I difetti del Btp Valore 2027

Il principale difetto è l’effetto inverso di quanto si è appena detto: il nuovo Btp si prevede poco liquido sul secondario, poiché chi lo deterrà non sarà invogliato da vendite ed eventuali riacquisti. Lo testimoniano alcuni “step-up” corti e medi di altri emittenti presenti su Mot e Tlx, spesso poco scambiati. È vero che l’emittente governativo ha maggiore “appeal” ma la struttura del titolo non appare favorevole a svilupparne il mercato, come d’altra parte testimoniano i quattro Futura presenti sul Mot. Il novembre 2028 si attesta per esempio sui 40-50 contratti quotidiani, cifra decisamente irrilevante.

Un altro fattore che potrebbe spingere alla bassa liquidità consiste nel probabile diffuso utilizzo del Valore come titolo ideale per collocare cash, ruolo svolto oggi soprattutto dai Btp e dai Btp Italia corti. A loro toglierà spazio, così come lo farà per i conti deposito, che spesso hanno d’altra parte come sottostanti gli stessi strumenti. Che senso avrà utilizzare dei prodotti bancari più rischiosi e fra l’altro penalizzati da una ritenuta fiscale del 26%, quando i nuovi titoli di Stato saranno premiati da un’aliquota al 12,5%?

Dal fronte fiscale viene un altro difetto: collocato a 100 e portato presumibilmente a rimborso a 100 non consentirà di compensare minus eventualmente presenti nello zainetto, come avverrebbe invece scegliendo dei tassi fissi su identica scadenza, dato che in molti casi questi ultimi quotano ben sotto la pari. Di tale aspetto bisogna tenere conto, considerando che il bilancio di un patrimonio – piccolo o grande che sia – vede ora proprio nell’aspetto fiscale un motivo di ottimizzazione dei rendimenti complessivi.