Bond oggi – È ancora il momento delle scadenze corte. Quattro a confronto

Lorenzo Raffo

20 novembre 2025

I motivi per preferire emissioni sotto i tre anni, poco esposte alla volatilità dei mercati. Btp, un Bobl tedesco e il corporate Eni adatti a tale scopo.

Bond oggi – È ancora il momento delle scadenze corte. Quattro a confronto

È da tempo che lo scontro nell’ambito dell’obbligazionario fra scadenze corte e scadenze lunghe anima il confronto di posizioni degli investitori sia istituzionali sia retail. Se in Italia la ricerca di rendimento distribuito, ovvero di cedole, continua ad avere il sopravvento, su altri mercati europei la tendenza va nella direzione invece della protezione mediante vite residue corte.

Ecco perché ci si difende

Tre i motivi che portano spesso a preferire impegni non oltre i tre anni.

  • Ancora ostinate le incertezze sull’inflazione futura. Si avverte infatti una persistenza in non pochi Paesi.
  • L’aumento delle spese pubbliche nelle nazioni sviluppate porta tensioni sulla parte lunga delle curve.
  • Il tratto iniziale delle stesse curve offre attualmente rendimenti interessanti, senza rischi di correzioni delle quotazioni, presenti invece per le scadenze più lunghe.

Naturalmente si deve essere coscienti del fatto che, scegliendo emissioni fino a tre anni, ci si lascia sfuggire tutte le prospettive di futura rivalutazione del capitale investito, preferendo tranquillità per i riposi notturni.

Attenzione però

Occorre tuttavia tenere conto di alcune cautele.

  • Sarebbe sbagliato puntare su valute diverse dall’euro, salvo nel caso si abbiano forti posizioni, per esempio, sull’Usd e si operi con uno specifico conto in valuta.
  • Attenzione alla liquidità dei titoli. Assolutamente preferibile puntare solo su emissioni molto scambiate e con spread denaro/lettera contenuti.
  • La gestione fiscale si rivela altrettanto importante: perciò meglio titoli di Stato soggetti ad aliquota 12,5% e con quotazioni o sotto 100 (per controbilanciare eventuali minus nell’arco del periodo prescelto) o sopra 100 (per realizzarne), in base alle diverse realtà dei singoli investitori. In sintesi, preferibile evitare quotazioni attorno a 100, prive d’interesse da questo punto di vista.
  • Lo stesso motivo induce a prendere in considerazione bond corporate (aliquota 26%) soltanto se interessanti nella compensazione o creazione di minus/plus. Si tenga comunque conto del fattore rischio di credito, che per taluni emittenti può essere maggiore.

Quattro emissioni adatte allo scopo

Fra i tanti titoli quotati su Borsa Italiana ne indichiamo alcuni preferibili per tale impiego.

  • Btp 7,25% Nv2026 (Isin IT0001086567): molto generoso come cedola consentirà a scadenza di creare rilevanti minus fiscali, vista la quotazione in corso fra 104,8/104,9 Eur, con un rendimento di poco superiore al 2%. Il titolo è sempre assai scambiato e non presenta rischi di volatilità, essendo prossimo al rimborso.
  • Btp 0,5% Lg2028 (Isin IT0005445306): in questo caso si allunga la scadenza ma si trae vantaggio fiscalmente da una quotazione sotto 100 (sui 95,5 Eur), con rendimento del 2,25%. Bene gli scambi, con spread bid-ask sui 2 pb.
  • Bobl (Germania) 0% Ot2026 (Isin DE0001141844): non volendo assumere il rischio Italia, in realtà modesto nella fase in corso, ecco un tedesco a cedola zero, che quota sui 98,3 Eur, con rendimento a scadenza dell’1,95% e ottima liquidità.
  • Eni 4,3% Fb2028 (Isin IT0005521171): passando sul fronte corporate interessante una vecchia conoscenza dei mercati, relativa alla società petrolifera italiana. Quota sui 103,8 Eur, con rendimento lordo sul 2,5%, ha eccellenti scambi e uno spread denaro/lettera sui 4 pb.