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Materie prime: petrolio WTI rimbalza dai supporti di breve. Ecco le strategie operative

martedì 12 febbraio 2019, di Ufficio Studi Money.it

Il WTI future si attesta a 53,03 dollari al barile, in progresso dell’1,16%. La struttura tecnica della materia prima energetica ha evidenziato una perdita di momentum, dopo il rialzo messo a segno dai minimi a 42,36 dollari al barile.

Questa perdita di forza è visibile sia graficamente, dalle estensioni rialziste sempre più contenute, ma anche a livello algoritmico con l’andamento laterale dell’oscillatore RSI in atto dai top grafici segnati il 10 gennaio scorso.

WTI future, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg

La struttura rialzista rimane ancora integra ed è stata rafforzata dall’intersezione al rialzo della media mobile semplice a 50 giorni avvenuta con la candela del 15 gennaio scorso.

Un deterioramento della tendenza ascendente di breve periodo verrebbe validata solamente con una violazione del supporto di breve termine a 51,47 dollari al barile, testato nella precedente seduta.

Proprio la candela di ieri, un pattern Hammer, ha segnalato una nuova ripresa dei compratori, nonostante la chiusura negativa. Figura validata con l’attuale seduta, che ha dato ufficialmente il via alla possibile implementazione di strategie long.

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Strategie operative su WTI future

Elaborazione Ufficio studi di Money.it

Il pattern rialzista formato ieri e validato con la candela di oggi ha dato il via ad operazioni di matrice rialzista.
Il primo obiettivo di profitto potrebbe essere collocato sui recenti massimi segnati il 4 febbraio scorso a 55,75 dollari al barile.
Un target ben più ambizioso potrebbe invece essere collocato in area 60 dollari, principalmente per due motivi. Dapprima, questo livello essendo tondo è psicologicamente importante per gli operatori dei mercati finanziari, mentre la seconda motivazione è di carattere tecnico.
Proprio in area 60 dollari transita il livello di ritracciamento di Fibonacci del 50% dell’ultimo impulso ribassista partito dai massimi segnati il 3 ottobre a 76,90 dollari e terminato con il minimo toccato lo scorso 24 dicembre a 42,36 dollari al barile, area alla quale i venditori potrebbero rientrare in controllo.
Lo stop loss per questo tipo di operatività potrebbe essere collocato poco al di sotto del minimo del pattern Hammer, in particolare a 51 dollari al barile.

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