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Wall Street, settimana record: S&P500 sfonda quota 1600 e Dow Jones 15000
sabato 4 maggio 2013, di
Settimana di record per Wall Street grazie al dato sull’occupazione di aprile che è risultato migliore delle aspettative. Sono stati creati infatti 165 mila posti di lavoro contro i 135 previsti dagli analisti. Il tasso di disoccupazione americano scende così 7,5%; una percentuale così bassa non si registrava dal lontano 2008. Grazie a questi dati quella conclusasi ieri è stata la settimana dei record per Wall Street con S&P 500 che ha aggiornato i suoi massimi storici toccando per la prima volta quota 1600 punti mentre il Dow Jones tocca per la prima volta 15.000 punti.
Howard Silverblatt, analista di S&P Dow Jones Indices ha dichiarato:
a quanto pare, la ripresa americana è meno debole delle attese. Un paio di mesi fa nessuno avrebbe scommesso che lo S&P 500 avrebbe superato la soglia psicologica di 1.600 punti. Tanto più che a questo record si è aggiunto a quello del Dow Jones, che ha sfondato quota 15.000 punti
Il petrolio ha chiuso la settimana in rialzo di 1,62 dollari, l’1,7%, a 95,61 dollari il barile. Nel corso di tutta la settimana il petrolio ha guadagnato il 2,8%. Nel frattempo, i titoli di Stato americani continuano negativi con rendimenti in rialzo all’1,74% per il benchmark decennale e al 2,96% i titoli trentennali.
Ma sulla corsa senza sosta della Borsa Usa c’è chi continua a sostenere che, più del miglioramento dei fondamentali dell’economia, la vera molla è data dalla liquidità che la Fed continua a iniettare nel sistema. Con i rendimenti dei T-bond a 30 anni sotto il 3%, l’azionariato continua a rappresentare al momento l’asset più redditizio.
Disoccupazione reale
I dati positivi sull’occupazione non hanno però convinto il eco di American Independence Financial, Eric Schaefer secondo cui il la disoccupazione reale in Usa resta al 23%:
"Siamo sorpresi della capacità di recupero del mercato a fronte di dati economici complessivamente modesti", ha dichiarato. "Gli investitori istituzionalisi rivolgono alle azioni semplicemente perché sono a corto di opzioni. I rendimenti obbligazionari - a breve, a lungo o medio termine - sono poco attraenti. L’oro e gli altri metalli preziosi sono appannati dal recente crollo. Le azioni estere in molti casi non sono attraenti. Alla fine, il mercato americano sembrano essere l’unica scelta possibile"
Dati positivi di Wall Street
Sempre sul fronte macro, nei giorni scorsi sono stati diffusi anche i dati sull’Ism servizi che, nel mese di marzo, ha segnato una crescita sotto le attese. Nello stesso mese, inferiori alle stime anche gli ordini alle fabbriche.
Nel mese di aprile, l’indice delle 500 società americane a maggiore capitalizzazione ha accumulato guadagni pari l’1,8%, segnando la maggiore striscia di guadagni mensili dal settembre 2009. Da ricordare che Wall Street è entrato nel suo quinto anno consecutivo di crescita: dai minimi di settembre 2009, l’indice è risalito del 136%, spinto in alto dagli utili societari migliori delle attese e tre round di acquisti di obbligazioni da parte della Federal Reserve.