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Voucher: tanto rumore per nulla? A dicembre si ferma il boom dei buoni lavoro
giovedì 19 gennaio 2017, di
Le norme sulla tracciabilità dei voucher entrate in vigore a partire dalla seconda metà di ottobre 2016 hanno messo un freno alla corsa all’acquisto dei buoni lavoro, che a dicembre resta in linea con il dato di dicembre 2015. Lo sottolinea l’Inps all’interno del Rapporto sul precariato, pubblicato oggi.
L’Istituto nazionale della previdenza sociale spiega che a dicembre sono stati venduti 11,5 milioni di voucher a fronte degli 11,4 milioni venduti l’anno precedente. In tutto il 2016 sono stati venduti 133,8 milioni di buoni lavoro con un incremento del 23,9% rispetto al 2015. Da ottobre - rileva l’Inps - “c’è stata una significativa flessione”.
La Corte costituzionale ha recentemente approvato due dei tre quesiti referendari promossi dalla Cgil in materia di lavoro. I due quesiti ammessi riguardano la modifica della responsabilità negli appalti e la cancellazione tout court dei voucher.
Introdotti nel 2003 dalla legge Biagi per la retribuzione del lavoro accessorio (ripetizioni, pulizie e lavori occasionali di vario tipo), i buoni lavoro sono stati via via liberalizzati e oggi possono essere utilizzare per pagare ogni tipo di attività sotto il tetto dei 7mila euro annui per lavoratore.
Calano anche le richieste di cassa integrazione che, lo scorso anno, si sono attestate a circa 581 milioni di ore (-15%), il minimo dal 2009 in termini assoluti. Nel mese di dicembre il numero di ore di cig autorizzate è stato pari a 37,8 milioni (-11% rispetto all’anno precedente).
Prosegue invece la flessione delle assunzioni a tempo indeterminato nelle aziende private: -547mila, con una diminuzione annua del 32,3%, tra gennaio e novembre 2016.
AA