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Voucher: che fine faranno? I possibili scenari in vista del referendum
giovedì 12 gennaio 2017, di
Ieri la Corte Costituzionale ha bocciato uno dei tre quesiti referendari in materia di lavoro promossi dalla Cgil. Il referendum stoppato dai giudici della Consulta proponeva l’abrogazione dell’articolo 18 sui licenziamenti nella parte in cui è stato modificato dal Jobs Act del governo Renzi.
I due quesiti ammessi riguardano la modifica della responsabilità negli appalti e la cancellazione tout court dei voucher, i buoni lavoro istituiti dalla legge Biagi nel 2003.
Introdotti per la retribuzione del lavoro accessorio (ripetizioni, pulizie e lavori occasionali di vario genere), i voucher sono stati a poco a poco liberalizzati e oggi possono essere impiegati per remunerare ogni tipo di attività entro la soglia dei 7mila euro annui per lavoratore.
Che fine faranno i voucher? Le misure allo studio del governo
Nel caso in cui al referendum dovesse vincere il Sì, i buoni lavoro sarebbero completamente cancellati. Intanto il governo studia delle contromisure per neutralizzare la consultazione referendaria.
Stando a quanto viene riportato da Il Sole 24 Ore, l’esecutivo Gentiloni potrebbe optare per un abbassamento del tetto del compenso annuo per lavoratore dagli attuali 7mila ai precedenti 5mila.
La soglia fu alzata dalla riforma Renzi-Poletti, che, tra le varie misure, ha comunque introdotto a partire da ottobre 2016 la piena tracciabilità dei buoni lavoro, con multe da 400 a 2.400 euro per ogni violazione.
Un secondo intervento potrebbe riguardare la riduzione dei tempi di rimborso dei voucher, che allo stato attuale arrivano a 12 mesi.
Una terza misura consisterebbe nell’introduzione del divieto di utilizzare i voucher per integrare lo stipendio regolare di un lavoratore. Dai primi dati Inps, citati dal capo dell’Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro, ndr) Maurizio Del Conte, sono emersi
“casi in cui il voucher è stato utilizzato per pagare ore aggiuntive a lavoratori già contrattualizzati. Per casi come questi, che si risolvono nell’elusione della normativa sugli straordinari o sul lavoro complementare, si potrebbe introdurre un divieto assoluto di utilizzo del buono”.
Il referendum sui voucher potrebbe quindi non vedere mai la luce, a patto che le nuove norme ricevano il via libera dell’Ufficio centrale per il referendum presso la Cassazione, il quale dovrà valutare se queste sono in linea o meno con il quesito referendario (che quindi decadrebbe).
Che fine faranno i voucher? Per Stirpe (Confindustria) non vanno snaturati
Sul tema dei voucher è intervenuto Andrea Stirpe, vicepresidente di Confindustria con delega alle relazioni industriali.
In un’intervista al Corriere della Sera, Stirpe ha definito i buoni lavoro uno strumento utile che ha aiutato l’emersione del nero e che quindi non va cancellato. “Attenzione - mette però in guardia il numero due degli industriali -: la funzione dei voucher deve rimanere. Meglio andare alle urne che snaturare questo strumento”.