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Tobin Tax Italia: per esentare i derivati aumenta l’aliquota. Una tassa equa?

martedì 4 dicembre 2012, di Federica Agostini

Si arricchisce di una nuova pagina la storia della Tobin Tax in Italia: la possibilità di esentare il trading sui derivati aumentando l’aliquota imponibile sulle azioni. E’ proprio in questa direzione che gli interventi correttivi di Senato sono orientati per l’introduzione della Tobin Tax nel pacchetto sulla Legge di Stabilità 2013, in discussione alla Commissione Bilancio domani 5 dicembre 2012.

Tobin Tax: l’iter della tassa in Italia

La proposta della Tobin Tax all’Italiana è uscita dalla Camera così come presentata dal disegno di Stabilità, ma all’ordine del giorno c’era la proposta avanzata da Francesco Boccia e approvata in grande favore al Parlamento (433 favorevoli, 8 contrari, 6 astenuti) di ampliare la base imponibile per ridurre l’aliquota che rischiava di penalizzare l’attività sui derivati. Ebbene, oggi è un nuovo giorno e al Senato si discute la possibilità di escludere dalla tassazione il traffico sui derivati.

Tobin Tax: sempre più pesante

"Tobin Tax più pesante", titola MilanoFinanza, perché seguendo questa direzione, infatti, l’aliquota imponibile per le transazioni azionarie dovrebbe necessariamente aumentare per coprire il "buco" lasciato dall’assenza delle imposte sui derivati, per garantire "l’invarianza del gettito".

L’incertezza sulla Tobin Tax in Italia continua: secondo le ultime notizie, infatti, palazzo Madama potrebbe optare per un innalzamento dell’aliquota ora fissata allo 0.05% del valore della transazione (azioni) o del valore nazionale di riferimento del contratto (derivati). Ma i tempi utili stringono e così si fa sempre più probabile che la Tobin Tax Italia, rimodulata sul modello francese passi come un’imposta sul saldo quotidiano (day e fast trading esclusi) che, salvando obbligazioni e derivati aumenti la tassazione sugli scambi azionari al fine di preservare il gettito dell’imposta sulla speculazione.

Penalizzazioni

Ad essere penalizzati, in questo contesto, primi fra tutti gli investitori di medio e lungo termine che pur non aumentando la volatilità del mercato ne costituiscono lo spessore e, come già sottolineato altrove, il rischio di spingere fuori dall’Italia buona parte del mercato azionario, riducendo così, progressivamente, il peso e la rilevanza europea della piazza Italiana. Ma a rischio non c’è soltanto "l’entità astratta del mercato", anche molti posti di lavoro (tra i 5 mila e i 10mila secondo le stime) che con questo sistema rischiano di saltare. Infine, ce lo ricorda il modello francese, in un contesto eccessivamente penalizzante è facilissimo assistere ad una riduzione dei volumi e, conseguentemente, del gettito derivato dall’imposta.

Tobin tax: tassa equa?

C’è chi sostiene che questo cambio di direzione sia da associarsi alla pressione esercitata dalle lobby finanziarie che, su un certo tipo di derivati, sono emittenti dirette e non solo intermediari. Di fatto, la possibilità di ampliare la base imponibile e diminuire considerevolmente l’aliquota ha raccolto quasi l’unanimità al Parlamento e, nel complesso, risultava certamente più equa rispetto a quanto non sembri oggi.

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