Home > Altro > Archivio > Tassi BTp ai minimi storici. Il quinquennale rende quanto il T-Bond USA

Tassi BTp ai minimi storici. Il quinquennale rende quanto il T-Bond USA

lunedì 7 aprile 2014, di Nicola D’Antuono

La verbal guidance della BCE, ovvero l’utilizzo delle parole giuste per accaparrarsi la fiducia dei mercati, in particolare attraverso le convincenti dichiarazioni di Mario Draghi, è stata finora decisiva per la rinascita dell’euro sui mercati globali. Da fine luglio 2012 la moneta unica ha invertito la rotta sui mercati valutari, ma ha anche favorito il boom di bond e azioni europee grazie alla cosiddetta “Draghi put”, ovvero il paracadute d’emergenza garantito dal banchiere di Francoforte sull’irreversibilità della moneta unica. Oltre ai fortissimi flussi di denaro estero, a caccia di rendimenti in un contesto di tassi ai minimi storici, il sostegno per gli asset denominati in euro è arrivato grazie alle pressioni deflazionistiche attualmente in corso nell’eurozona.

Lo scenario di bassa inflazione è ancora molto favorevole per comprare i bond con rendimento più elevato, come quelli della periferia europea, ma è anche vero che questa corsa sfrenata all’acquisto sta schiacciando i tassi su tutta la curva europea dei rendimenti. In Italia i titoli di stato mostrano tassi ai minimi storici su quasi tutte le scadenze. Da tempo hanno aggiornato nuovi record storici sia i BoT che i CTz, ma anche i BTp a 2 e 5 anni. La scorsa settimana è toccato addirittura al BTp a 10 anni, visto che il rendimento è sceso al 3,17%. Ora che si inizia anche a parlare di un piano di quantitative easing nell’eurozona, il rendimento dei titoli di stato periferici europei potrebbe diminuire ancora.

Il clamoroso boom dei bond pubblici dei PIGS, fino a due anni fa etichettati come “spazzatura” e assolutamente non degni di attenzione da parte degli investitori internazionali, sta spingendo i rendimenti su valori addirittura inferiori a quelli di bond governativi più quotati, come il Treasury Bond Usa. Venerdì il tasso sul BTp quinquennale era appena tre centesimi maggiore di quello del T-Bond americano, mentre la scadenza a 5 anni del Bonos spagnolo evidenziava addirittura un rendimento più basso (tradotto nel gergo dei mercati, la Spagna viene ora ritenuta più affidabile degli Stati Uniti sulla scadenza a 5 anni!). La convergenza dei rendimenti è impressionante anche sulla scadenza a 10 anni: lo spread tra i BTp e i T-Note era a 520 punti nel luglio 2012.

Il BTp decennale italiano rendeva il 6,6%, mentre il T-Note americano era al minimo storico dell’1,4%. Oggi lo spread si è ridotto ad appena 40 punti base. Le principali banche d’affari americane, come Goldman Sachs, Jp Morgan, Bank of America e Morgan Stanley, sono convinte che il restringimento dello spread possa proseguire ancora a lungo. Infatti la FED ha già avviato una politica monetaria più restrittiva, grazie al miglioramento dell’economia Usa. I rendimenti dei T-Bond sono quindi destinati ad aumentare. In Europa, invece, la crescita resterà anemica e l’inflazione bassa. Inoltre, la BCE sta discutendo anche dell’ipotesi di un QE: i tassi europei sono destinati a scendere ancora, salvo clamorosi shock esogeni.

Un messaggio, un commento?

moderato a priori

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Chi sei?
I tuoi messaggi

Questo form accetta scorciatoie di SPIP [->url] {{bold}} {italic} <quote> <code> e il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare un paragrafo lasciate semplicemente una riga vuota.