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Superbollo auto 2014, nessuna ipotesi di cancellazione
mercoledì 8 gennaio 2014, di
Superbollo auto 2014, neanche quest’anno verrà cancellato. E’ questo l’epilogo più probabile in materia di sovrattassa sulle auto potenti, nonostante ieri girasse voce che avesse praticamente i giorni contati. In effetti, di fronte a un settore, come quello automobilistico, sempre più in crisi, c’era chi già ieri aveva accolto l’ipotesi con estremo sollievo, soprattutto in considerazione del fatto che questo superbollo, in fin dei conti, non aveva nemmeno portato nelle casse dell’Erario il gettito tanto auspicato.
La storia del superbollo auto
Anche se in molti riconducono la nascita del superbollo al Governo Monti, famoso per le sue iniziative impositive dagli esiti non sempre certi, è doveroso ricordare che, seppur in forma light, nacque invece nel 2011 con l’ultimo Governo Berlusconi. Fu però il solito esecutivo dei tecnici a inasprirlo, portandolo così alla forma che noi tutti conosciamo: in soldoni, dal primo gennaio del 2012, i proprietari di auto pagano venti euro per ogni kilowatt di potenza eccedente la quota di 185.
Il superbollo auto? Un flop
Tuttavia, come in molte forme di tassazione troppo celebrate a parole (ricordiamo il famoso caso della Tobin tax), la prova dei fatti è stata devastante anche per il superbollo auto. L’Unrae (l’Unione nazionale dei rappresentanti degli autoveicoli esteri), infatti, già da tempo segnalava le contraddizioni di un bollo che, effettivamente, non si basa sul valore dell’auto, bensì sulla sua potenza, andando a colpire anche vetture non esattamente di lusso. Il Governo Monti contava di poter portare, grazie al suo rincaro, ben 170 milioni di euro nelle esangui casse dello Stato italiano, ma, pallottoliere alla mano, le cose sono andate molto diversamente. Secondo gli esperti del settore, tra mancato gettito Iva, bollo alle Regioni, Ipt alle Province e Rc Auto, di milioni di euro parliamo, sì, ma in meno: ne abbiamo persi ben 140. La denuncia più frequente, infatti, è che questo superbollo abbia provocato soprattutto una vera e propria fuga all’estero dei clienti delle auto sopra i 185 kw, andando a distruggere questo segmento di mercato, una volta fiore all’occhiello del settore automobilistico italiano di pregio. Un danno dagli effetti neanche del tutto stimabili: non possiamo, infatti, considerare solo il calo delle vendite in sé, ma va tenuto conto anche di tutto il mercato che le auto potenti generano, consumando più benzina, necessitando di frequente manutenzione, e quindi di officine specializzate, cambi di ricambio più costosi, eccetera.
Per tutti questi motivi, di fronte alle indiscrezioni che volevano il superbollo auto prossimo all’addio, più di qualcuno aveva tirato un vero e proprio respiro di sollievo. La speranza, però, si è infranta già nella serata di ieri, con una nota proveniente direttamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che si è affrettato a smentire ogni ipotesi in tal senso, precisando che non è allo studio nessuna norma per cancellare il superbollo.