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Spread: perché abbiamo superato la Spagna? Rendimento BTP in aumento su Bonos

martedì 10 settembre 2013, di Federica Agostini

Negli ultimi 19 mesi, il rendimento dei titoli di Stato Italiani (BTP) è stato sempre inferiore a quello dei corrispettivi spagnoli (Bonos). Di conseguenza, lo spread italiano rispetto ai titoli tedeschi è stato in questo periodo inferiore a quello spagnolo.

Tuttavia, negli ultimi due mesi circa, il divario tra i rendimenti dei titoli spagnoli e italiani è andato assottigliandosi sino ad oggi, giorno in cui abbiamo assistito ad un vero e proprio sorpasso.

Alla data di oggi, il rendimento sui titoli italiani con maturazione a 10 anni è arrivato al 4.51%, contro quello dei Bonos al 4.48%. Lo spread del nostro paese, rispetto ai bund tedeschi è di nuovo in salita e viaggia attorno ai 250 punti base.

L’infelice sorpasso dell’Italia sulla Spagna: come si spiega?

La fase di sorpasso era iniziata qualche mese fa ed è certamente innegabile che il voluminoso vociferare attorno alle vicende di Berlusconi abbia velocizzato questo fenomeno che tuttavia ha origini assai diverse e ben più minacciose.

Bisogna considerare che l’instabilità politica nel nostro paese è un fenomeno al quale i mercati hanno già dato un prezzo diverso tempo fa e se oggi gli investitori tornano a dubitare della sostenibilità del debito pubblico italiano, la ragione è da ricercarsi nei provvedimenti adottati dal governo per "superare la crisi".

Tra questi ricordiamo:

  • L’avvio del pagamento di 30 miliardi per crediti che spettano alle imprese, da parte della Pubblica Amministrazione (pagamenti che inevitabilmente aumenteranno il debito pubblico).
  • La riduzione delle tasse (solo per il 2013) come il posticipo dell’aumento dell’IVA e la cancellazione dell’IMU per un totale di 5.5 miliardi di Euro.
  • Aumento della spesa pubblica per circa 5 miliardi di Euro (fondi per Esodati, Scuola, Lavoro etc).

Ma da dove provengono i fondi? In realtà, guardando agli ultimi due punti ci accorgiamo che i finanziamenti per questi 10.5 miliardi provengono da provvedimenti temporanei che prevedono l’aumento della tassazione (tra aumenti degli acconti fiscali e aumento delle accise sugli alcolici, ad esempio) e da tagli temporanei (1 miliardo è stato tagliato agli investimenti su Autostrade e Ferrovie).

Cosa significa tutto questo?

I provvedimenti presi dal governo sono in molti casi temporanei e comportano non solo l’aumento di spese e tasse, ma anche un aumento della spesa pubblica che invece sarebbe dovuta diminuire.

La pressione fiscale in rapporto al PIL è in crescita. Stesso vale per la spesa pubblica. Di conseguenza è impossibile impedire al debito di continuare a lievitare, quando le previsioni sul prodotto interno lordo ci dicono già chiaramente che per il 2013 l’Italia subirà una nuova contrazione del 2%.

Quando un investitore compra titoli di Stato, sta in realtà comprando parte del debito di quello stesso Stato. Ma prendiamo il governo di un paese dilaniato da tasse, scarsa competitività, crisi di domanda interna e disoccupazione, che investe in provvedimenti temporali, non risolutivi, scarsamente strutturali e che finiscono con l’aumentare l’indebitamento. Il tutto, condito da un contesto in cui i politici "eletti" passano il tempo a pestarsi i piedi l’uno con l’altro, battibeccando su questioni lontane anni luce dai problemi reali che affliggono la nazione.

Voi lo vorreste comprare il debito di un paese così? La risposta ce l’abbiamo sotto gli occhi.

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