Home > Altro > Archivio > Se l’Italia cresce poco è anche colpa della sua politica
Se l’Italia cresce poco è anche colpa della sua politica
martedì 14 febbraio 2017, di
Cosa frena la crescita economia dell’Italia? La risposta è purtroppo molto semplice: la sua classe politica.
L’Italia non sembra in grado di riprendersi e le sue stime di crescita sono tra le peggiori dell’eurozona. A fare peggio dell’Italia c’è solo la Grecia, che soffre il momento di forte crisi e la situazione di incertezza sulla nuova trance di finanziamenti.
Anche per l’Italia è l’instabilità a portare giù le stime e a non far progredire la crescita del paese, ma in questo caso è l’instabilità politica.
Il momento non è infatti dei migliori, data la mancanza di una legge elettorale che possa rendere governabile il paese e l’instabilità che vi è al momento. La peggiore delle ipotesi sembra inoltre quella di sostenere le elezioni anticipate.
In questo caso le stime di crescita del paese potrebbero risentirne e si potrebbe arrivare ad una situazione peggiore di quella attuale.
L’Italia per il 2017 sarà l’unica a crescere in modo così lento e l’unico modo per far avere un momento migliore al nostro paese sarebbe avere un governo stabile e in grado di fare le riforme.
A pesare ancor per il prossimo anno sarà anche la disoccupazione, che continua su livelli molto alti.
Italia la più lenta dell’eurozona: la mancanza di crescita dipende dalla politica
Le previsioni dell’Unione europea per l’Italia sono state riveste al rialzo, ma comunque l’Italia non riesce ad arrivare all’1%, a causa della sua classe dirigente.
La politica italiana spaventa infatti i mercati e l’instabilità non aiuta il mercato del lavoro che rimane fermo.
Il Bel paese diventa così la maglia nera dell’Unione europea che ha delle stime di crescita del PIL per il prossimo anno dell’1,8%, mentre l’eurozona crescerà dell’1,6%.
Le destre populiste portano giù le economie di Francia e Italia, che però rimane la peggiore del vecchio continente.
A pesare sono anche le decisioni per il mercato del lavoro ben poco efficaci e l’impossibilità di avere una stabilità politica interna. Le previsioni d’inverno della Commissione europea sono però quanto mai instabili, dato il momento di cambiamenti politici.
Per il 2016 permane però il fatto che solo l’Italia ha registrato questi cattivi risultati (la Grecia è l’unica che è riuscita a fare peggio con lo 0,3%).
Bruxelles scrive che per la prima volta, dopo ben 10 anni, tutte le economie europee hanno un segno positivo. La situazione però non è delle più rosee, date le imminenti elezioni in Francia e in molte altre nazioni.
La deriva antieuropeista potrebbe ben presto cambiare le carte in tavola e far dissolvere l’unione monetaria.
Le stime crescono però non solo per il PIL, ma anche per il debito pubblico che crescerà, toccando così il massimo storico: 133,36 miliardi.
Non sono rassicuranti neanche le stime sul mercato del lavoro con una disoccupazione prevista per il 2017 all’11,6%, in calo di solo 0,01% rispetto all’anno in corso.
A venire meno sono infatti i contributi sociali e di conseguenza per il biennio 2017-2018 è prevista una minore creazione di posti di lavoro in confronto al 2015-2016.
Cosa spaventa di più dell’Italia?
A fare paura al mercato e all’Unione europea in generale è l’instabilità e la possibilità di avere un voto anticipato. I problemi di andare ora al voto sarebbero svariati e primo tra tutti la non approvazione della manovra correttiva che dovrà invece essere approvata ad Aprile.
Andare alle elezioni anticipate porterebbe un’eccessiva instabilità sul paese, anche a causa della mancanza di una coalizione che possa raggiungere un numero discreto di seggi per riuscire a fare delle riforme strutturali e durature.
Nessuno schieramento infatti al momento riuscirebbe a governare in modo ottimale il paese, che invece ha bisogno di una nuova legge elettorale che sorpassi il proporzionale.
Un serie di passaggi che però continuano a frenare la nostra economia e soprattutto continuano a rendere l’Italia l’ultima nazione per crescita dell’Unione europea, un triste primato per il Belpaese.
Nei prossimi mesi il principale compito del governo sarà quindi quello di riuscire a creare una riforma elettorale con cui si possa avere una maggioranza assoluta. Nessun partito al momento infatti riuscirebbe ad avere un numero discreto di seggi e dovrebbero obbligatoriamente strutturarsi delle alleanze.
Si potrebbe quindi ripetere la situazione delle ultime elezioni, che ha portato al succedersi di una serie di governi tecnici.
L’unico modo per far uscire l’Italia da questa fase di stallo al momento sembrerebbe quindi puntare sulla politica e provare a smuovere la situazione.