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Rinnovo contratti statali: aumento stipendi e scuola, riprendono i lavori

giovedì 24 agosto 2017, di Stefania Manservigi

Continua la lunga vicenda del rinnovo contratti degli statali.

In attesa della ripresa dei lavori e dei confronti che dovranno portare a definire i punti chiave dello sblocco dei contratti nella Pubblica Amministrazione, atteso da oltre otto anni dai dipendenti pubblici, si inizia a fare il punto della situazione per capire quali siano gli interventi prioritari da porre in essere.

Ad aver tracciato una linea massima di intervento è stato il presidente dell’Aran, Sergio Gasparrini, che ha inserito tra le priorità del Governo quella di punire gli assenteisti per cercare di contrastare il fenomeno dei furbetti.

Ma quello che preoccupa di più i sindacati è l’aumento degli stipendi, e in particolare la mancanza di risorse necessarie a coprire l’aumento di 85 euro previsto nell’accordo siglato lo scorso novembre tra le parti.

Resta aperto poi il capitolo scuola, con i professori che negli ultimi giorni hanno lanciato una petizione per chiedere l’equiparazione degli stipendi a quelli dei colleghi europei, e che rischiano invece di beneficiare di un aumento di stipendio di soli 5 euro a causa del nodo relativo il bonus Renzi.

Rinnovo contratti statali: i nodi da sciogliere

La questione del rinnovo dei contratti degli statali entra nel vivo, e si fa sempre più spinosa.

Se da un lato i sindacati, alla ripresa dei lavori, cercheranno di puntare sull’aumento degli stipendi, sollecitando il Governo a reperire le risorse mancanti per coprire l’aumento di 85 euro previsto nell’accordo siglato lo scorso 30 novembre, dall’altro l’Aran, la rappresentanza del Governo incaricata di portare avanti le trattative, sembrerebbe orientata a dare la priorità ad altri temi.

Il nodo centrale delle trattative, infatti, verterà probabilmente sulla questione disciplinare legata alle assenze, alle malattie e ai permessi.

l Governo starebbe pensando a un sistema per arginare il fenomeno dell’assenteismo. L’ipotesi è quella di attuare un blocco di premi e bonus ai dipendenti che collezionano più assenze.

Sergio Gasparrini ha comunque confermato che al centro dei primi tavoli di confronto ci saranno gli aumenti degli stipendi, questione questa che interessa in particolar modo i dipendenti pubblici. Possibile tuttavia che, in un primo momento, gli aumenti siano legati al salario accessorio in attesa di sciogliere tutti i nodi relativi alle risorse e al bonus Renzi di 80 euro.

Rinnovo contratti statali: scuola, i professori chiedono stipendi uguali a colleghi europei

La partita più dura, in merito al rinnovo contratti statali, si gioca sul fronte della scuola.

I professori infatti, appoggiati dai sindacati, chiedono al Governo che gli stipendi siano equiparati a quelli percepiti dai colleghi europei. Questo dovrebbe comportare un aumento non di 85 euro ma, in alcuni casi, anche di 200 euro mensili.

A tal proposito è stata lanciata una petizione, firmata già da migliaia di persone.

Il rischio, tuttavia, è che l’aumento di cui andrà a beneficiare il personale della scuola possa tradursi in una somma vicina ai 5 euro.

Il pericolo è concreto per tutti coloro che percepiscono un reddito annuo che si aggira intorno ai 26mila euro; l’aumento degli stipendi di 85 euro, come previsto nell’accordo con i sindacati, potrebbe portare al superamento della soglia limite, comportando la perdita del bonus Renzi.

Una beffa, per cui i sindacati preannunciano già battaglia.

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