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Rendite finanziarie: ecco quanto l’aumento della tassazione costerà a conti correnti, conti deposito e libretti postali
martedì 29 aprile 2014, di
Di aumento della tassazione sulle rendite finanziarie abbiamo parlato più volte; i timori per i risparmiatori italiani nacquero, infatti, fin dalle dichiarazioni un po’ improvvide di Graziano Delrio, attuale sottosegretario alla presidenza del consiglio, che paventò addirittura un aggravio a carico dei Bot. Così, alla fine, non è stato ma è difficile ritenere che questa misura non sia l’ennesima gabella per la classe media del nostro Paese.
Bonus Irpef: come cambiano le tasse sulle rendite finanziarie?
Tra i primi a lanciare l’allarme, lo scorso 24 aprile, troviamo il blasonato quotidiano economico Il Sole 24 ore, con il profetico titolo “Sui conti correnti tassa da 755 milioni”. A tanto, in effetti, ammonta il prelievo a carico degli interessi su conti correnti, conti deposito e libretti postali, vittime anch’essi dell’aumento della tassazione dal 20 al 26 per cento. Proviamo a vedere, nello specifico, quali saranno le conseguenze per i risparmiatori.
I conti correnti
Già adesso, i risparmiatori golosi di interessi sanno bene che i conti correnti garantiscono rendite ridotte al lumicino, in media, un risicatissimo 0,13 per cento. Non saranno quindi i classici correntisti a subire le perdite più dolorose: secondo la Cgia di Mestre, infatti, chi ha sul proprio conto fino a 12 mila euro pagherà appena un euro in più all’anno di tasse. Più salato, invece, il costo per chi ha depositato oltre 250 mila euro: in quel caso, infatti, l’aggravio sarà pari a circa 170 euro ogni anno.
I conti deposito
Attualmente, i conti deposito più remunerativi sul mercato offrono un interesse tra il 2,5 e il 3 per cento annuo. Chi volesse ottenere un guadagno maggiore, arrivando anche al 4 per cento, dovrebbe inevitabilmente accettare di vincolare i propri risparmi per un periodo di tempo lungo (di solito 5 anni). Cosa cambierà adesso? Se con un aliquota del 20 per cento il rendimento netto di questi conti varia tra il 2-2,4 per cento (fino a un massimo del 3,2 per cento) ogni anno, d’ora in poi questo intervallo scenderà tra l’1,85 e il 2,96 per cento. Facendo due conti, chi ha messo in deposito 10 mila euro oggi incassa un rendimento tra i 200 e i 300 euro l’anno circa; con la nuova tassazione perderà ogni anno una cifra compresa tra i 15 e i 24 euro. Andrà peggio a chi ha somme ben più elevate da parte: chi può vantare su un patrimonio di 100 mila euro custodito in banca, subirà una tassazione maggiorata tra i 150 e i 240 euro l’anno.
Una manovra che rischia di avere effetti negativi anche sulle pensioni dei professionisti, le cui casse previdenziali sono solitamente investite in vari strumenti finanziari, e che sembra confermare la tendenza degli ultimi esecutivi nel voler inasprire la tassazione a carico del risparmio.