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Reddito di cittadinanza, furbetti all’attacco: le truffe più eclatanti
venerdì 30 agosto 2019, di
Reddito di cittadinanza, i furbetti colpiscono ancora. Entrato in vigore pochi mesi fa, precisamente il 6 marzo 2019, il Reddito di cittadinanza ha sin da subito fatto gola all’uomo “ladro” e le truffe ai suoi danni sono diventate pane quotidiano per le autorità incaricate di vegliarlo.
Quello che doveva essere uno strumento di contrasto alla povertà, all’esclusione sociale e alle disuguaglianze, ha fin da subito toccato le corde più deboli dell’animo umano, corrompendo quella componente, forse, meno ligia del nostro stivale.
Il Reddito di cittadinanza è stato uno dei successi maggiori dei 5 Stelle durante l’esperienza di governo condivisa con il Carroccio. Cosa ne sarà del Reddito di cittadinanza ora che ai pentastellati si sono affiancati i dem?
Per il momento ancora nulla anche se l’idea è quella di modificare la riforma per dare maggiore incisività alla parte di reinserimento nel mondo del lavoro dei beneficiari del Reddito.
Ma avere un’idea precisa sulla direzione che il nuovo governo giallorosso intende prendere nei confronti del sussidio pentastellato, bisognerà aspettare le indicazioni della prossima legge di bilancio 2020.
E se per ora il Reddito di cittadinanza non si tocca, la lotta ai furbetti continua. I comuni italiani, come stabilito insieme a Di Maio durante la conferenza stato-regioni, si aggiungeranno al team di controllo del Reddito per cercare di arginare il dilagante fenomeno di abuso.
Il controllo da parte dei comuni partirà a settembre e procederà in via sperimentale fino a ottobre. L’ondata di furbetti però intanto continua e, attraversando il Paese da nord a sud è impossibile non imbattersi in centinaia di casi di truffa ai danni del decreto. Cosa sarà rimasto negli onori della cronaca?
Reddito di cittadinanza: gli abusi da Nord a Sud
Certo, tenere traccia di tutti i casi di truffa da marzo a oggi, risulta un compito arduo, a tratti impossibile, proprio per la quantità di informazioni che si susseguono senza soluzione di continuità. Ma alcuni casi, vuoi per il numero di persone coinvolte, vuoi per le cifre che sono state rubate, emergono dal mare come le onde nel loro moto perpetuo.
- Quando la truffa è a tua insaputa
Questo in breve quello che è successo a una donna di Pagani, provincia di Salerno, che dopo aver percepito la prima mensilità del reddito si è vista la successiva bloccata dall’Inps. La donna, cercando di capire la decisione dell’istituto previdenziale, ha scoperto che a suo nome risultavano dei dati Isee sbagliati. Inoltre qualcuno aveva presentato una certificazione a suo nome, usando i suoi dati e di fatto truffandola. Rivolgendosi al suo patronato è venuto fuori che un’altro Caf le avrebbe sottratto i dati, intascando il suo sussidio.
- Lavoro in nero per il reddito
Ci spostiamo un po più giù, sulle coste dell’Alto Jonio Cosentino dove la Procura della Repubblica di Castrovillari ha denunciato 8 soggetti con l’accusa di intermediazione illecita di manodopera, lavoro in nero e truffa ai danni dello Stato per appropriazione indebita del reddito di cittadinanza. A conti fatti, con la scusa di un lavoro non dichiarato, gli otto andavano a percepire un doppio stipendio. Nei guai, insieme a loro, anche i titolari delle attività che pagavano in nero con sanzioni amministrative di 19mila euro.
- Il record dei 3mila euro
Imperia è invece lo scenario di casi eclatanti di truffa del reddito, con l’accumulo di somme record. In tutti i casi lo scenario è sempre lo stesso, lavoro in nero, dichiarazioni Isee sballate e un capo “inconsapevole”. Un 45enne impegnato nel campo turistico, con la moglie, è riuscito a mettere via oltre 2000 euro in due mesi, nei guai con lui anche il datore di lavoro. Denuncia anche per una ragazza di 27 anni, e il suo datore di lavoro, che insieme al marito già beneficiario del reddito, ha intascato 1.800 euro. Il premio va a una coppia di San Bartolemeo a Mare. Lui impegnato in nero nell’edilizia, lei beneficiaria del reddito. Entrambi sono riusciti a mettere via oltre 3mila euro di reddito di cittadinanza.
Reddito o lavoro? Il caso di Resuttano
Per molti non è necessario ricorrere alla truffa. Più semplicemente preferiscono rimanere a casa e percepire il reddito di cittadinanza senza dare seguito alla ricerca del lavoro, o meglio ancora alla sua ripresa.
Questo quello che succede a Resuttano dove gli uffici del municipio hanno dovuto chiudere con uno stop di 60 giorni un cantiere impegnato nella pavimentazione di via Tegolai per la mancanza di manodopera. Nessuno ha risposto alla chiamata di lavoro e dei 40 beneficiari del reddito residenti nel comune di Resuttano, i diversi operai che ne fanno parte hanno decisamente preferito l’assegno del Governo.
E mentre il comune siciliano segna un record, un nuovo avviso per il reclutamento di manovalanza è stato pubblicato, nella speranza che stavolta qualcuno risponda.
Messaggi
3 novembre 2019, 13:51, di Cristina Ciccarelli
Secondo me i furti d’identità sono fra le truffe più gravi.