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Pericolo Grexit, le accuse alla BCE: la politica salva-Euro di Draghi non è stata abbastanza

mercoledì 8 luglio 2015, di Marta Ruggiero

Per un mondo convinto che le banche centrali possano risolvere quasi tutti i problemi economici, il dramma che sta colpendo la Grecia e fa riflettere.

Whatever it takes” - qualsiasi cosa sia necessaria - è la frase pronunciata da Mario Draghi nel 2012, circa le possibilità della BCE di salvare l’euro, che meglio rappresenta la politica della Banca Centrale Europea - in un’ottica di attivismo, volto a coccolare i mercati di tutto il mondo che si sono rimessi in piedi dopo il collasso bancario e creditizio del 2008.

Dagli Stati Uniti all’Europa e all’Asia, i mercati finanziari sono stati intimiditi, poi calmati, poi rassicurati dal potere illimitato delle banche centrali di stampare nuova moneta per scongiurare shock sistemici e deflazione.

Ma, spesso, quando si crede che le banche centrali siano disposte a tutto - per salvare l’euro, bloccare la recessione, creare nuovi posti di lavoro, promuovere l’inflazione, sostenere i mercati finanziari e così via - si dà per scontato che tutto funzioni. Non sempre è così.

Lo stesso Mario Draghi ha creduto che sarebbero arrivati dei risultati quando, tre anni fa, ha detto:

Credetemi, sarà sufficiente.

Verosimilmente, data la direzione degli eventi in Grecia, qualcosa è andato storto.

L’operato della BCE viene messo in dubbio
La prima uscita nazionale da un’unione monetaria apparentemente indistruttibile sta creando dei ripensamenti in merito all’efficacia delle politiche portate avanti dalla banca centrale guidata da Mario Draghi, e riguardo alle affermazioni ottimistiche sul potere della BCE di risolvere i problemi economico-finanziari dell’Europa e del mondo.

Gli effetti del post-referendum
Ovviamente, adesso, la Banca Centrale Europea non vuole spingere verso una Grexit. Ma “qualsiasi cosa sia necessaria” potrebbe non essere sufficiente a preservare l’integrità del blocco delle 19 nazioni che compongono l’Eurozona, se la BCE continua a bloccare i fondi di emergenza destinati alle banche greche insolventi.
E finché il governo greco sarà ai ferri corti con i suoi creditori, e non si troverà un punto di incontro, la Banca Centrale Europea non potrà applicare delle politiche monetarie di sostegno senza infrangere qualche regola.

La BCE continua a sostenere che farà tutto il possibile per evitare il contagio ad altri mercati dell’Eurozona, ma i problemi che l’uscita della Grecia porterà non sono solo di natura finanziaria: si corre il pericolo di un contagio politico degli elettorati anti-austerità. Tutto questo va oltre il margine d’azione della Banca Centrale Europea.

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