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Pensionamenti scuola, ultime notizie: 40% degli addetti in pensione in 10 anni. Necessario il turnover

martedì 18 aprile 2017, di Federica Ponza

Pensionamenti scuola: le ultime notizie rivelano che nei prossimi 10 anni il 40% degli addetti del settore scuola andrà in pensione: un dato preoccupante che rischia di mettere a rischio il servizio scolastico qualora il ricambio non sia organizzato nel modo giusto.

Un turnover che potrà essere assicurato solo qualora le nuove modalità di reclutamento docenti e la fase transitoria ideata dal Miur portino ai risultati sperati: l’immissione in ruolo di tutti gli iscritti in GaE, con conseguente eliminazione del precariato nella scuola.

Saranno, infatti, oltre un milione i dipendenti pubblici che andranno in pensione nei prossimi 10 anni, di cui 380 mila (tra docenti e amministrativi) solo nel comparto scuola. Questi i dati riportati dal Quotidiano.net e che fanno temere per le sorti della scuola, già fortemente provata dalla mole di riforme intervenute negli ultimi anni.

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Scuola: boom pensionamenti nei prossimi 10 anni

Nei prossimi 10 anni, dunque, ci sarà un vero e proprio boom di pensionamenti nella PA e in tal senso non fa eccezione il settore scuola, che vedrà il numero dei propri addetti ridursi di ben il 40% del totale.

Queste le informazioni che che derivano dall’analisi del Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato, da cui si evince che l’esodo maggiore si avrà proprio nel settore della scuola che vedrà andare in pensione nei prossimi 10 anni 380 mila insegnanti e amministrativi dai 55 anni in su, arrivando a 590 mila se prendiamo anche in considerazione i pensionamenti anche dei successivi cinque anni.

Questo vuol dire che nei prossimi 15 anni, più della metà del settore scuola - che oggi conta 943 mila lavoratori - raggiungerà la pensione e che è necessario organizzare al meglio il turnover.

Certo, il fatto che siano molti i dipendenti a poter andare finalmente in pensione apre spiragli più ampi per l’ingresso delle nuove leve, ma è anche vero che i volumi delle nuove assunzioni sono ben al di sotto della soglia necessaria a coprire i pensionamenti.

Pensionamenti: la situazione dei prossimi anni

Nonostante lo sblocco del turnover, infatti, la quantità di ingressi previsti non coprirà il milione di dipendenti PA che raggiungerà la pensione e per alcuni questa sarà l’occasione per prevedere nuovi modelli organizzativi, che puntino all’efficientamento, reclutando personale altamente specializzato.

Del milione di dipendenti PA che andranno in pensione - considerando quelli che raggiungeranno i requisiti previdenziali di età e contributi - nei prossimi anni, solo tra i 26 e i 27 mila si trovano nella fascia d’età oltre i 65 anni e saranno i primi ad ottenere il pensionamento.

Nel 2018 e nei 4 anni successivi, poi, a lasciare saranno circa 385 mila lavoratori, tra i 60 e i 65 anni, di cui 215 mila e 300 (circa) sono donne. Tra il 2024 e il 2027, invece, saranno oltre 610 mila i lavoratori che andranno in pensione, oggi di età compresa tra i 55 e i 59 anni.

L’ultima tranche sarà quella che andrà in pensione tra il 2029 e il 2034 e si parla di circa 640 mila persone che oggi hanno tra i 50 e i 54 anni.

Ma cosa avverrà nel settore scuola? L’auspicio è sicuramente che l’alto numero di pensionamenti offra nuovi spazi per l’inserimento in ruolo di tutti i precari, in modo da realizzare finalmente lo svuotamento delle graduatorie.

Il tutto, ovviamente, a patto che il nuovo metodo di reclutamento riesca ad essere efficiente come dovrebbe.

Molte volte, però, si è sottolineato come i concorsi scuola indetti finora non siano stati in grado di reclutare il numero di docenti necessari a coprire i posti di ruolo, lasciando molte cattedre vuote.

Non è ancora dato sapere quale sarà l’esito dei nuovi modelli di reclutamento, di cui si potrà vedere l’efficacia solo sul lungo periodo, sperando che non sia "troppo lungo".

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