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PIL. Crescita vicina allo zero, Italia fanalino di coda dell’Eurozona
mercoledì 6 febbraio 2019, di
La Commissione europea si prepara a rivedere al ribasso le stime di crescita dell’Italia.
Sono attese, infatti, per domani le previsioni 2019 sul PIL e quelle sull’inflazione dell’intera Eurozona. Non saranno diffuse, invece, informazioni su debito e deficit.
Nessuna buona notizia per il Belpaese che, secondo le indiscrezioni circolate nelle ultime ore, assisterà a un taglio netto delle previsioni di crescita per l’anno in corso.
Italia, brusco stop all’economia e stime PIL al ribasso
Anche se la Commissione europea resta cauta e non fornisce cifre precise, l’Ansa - citando fonti interne a Palazzo Berlaymont - parla di una stima di crescita decisamente più contenuta rispetto a quanto preventivato lo scorso novembre. Si vocifera di una revisione del prodotto interno lordo allo +0,2%.
Una cosa è certa, sulle stime del PIL 2019, la Commissione europea punta al ribasso. La previsione per la crescita dell’Italia che si appresta a pubblicare sarà - senza dubbio - inferiore allo 0,6%, ipotizzato dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca d’Italia.
Lo scorso mese di novembre, nell’ultima previsione di autunno, Bruxelles era stata più ottimista, stimando una crescita del PIL italiano all’1,2%. Una previsione comunque meno fiduciosa di quella fatta dal Governo giallo-verde che aveva invece ipotizzato un più positivo 1,5%.
Durante il mese di dicembre, in piena trattativa sulla manovra, la Commissione aveva accettato il dato ricalcolato da Conte&Co.: una crescita dell’1% nel 2019.
Ora Bruxelles torna sui suoi passi: la frenata globale e il dato Istat di fine gennaio, che ha certificato la recessione tecnica per l’Italia, porterà a rivedere le previsioni. La Commissione certificherà un rallentamento dell’Italia decisamente più incisivo rispetto a quello degli altri paesi della zona euro.
A confermare il brusco stop, registrato dall’economia italiana nella seconda metà del 2018, è anche la Nota congiunturale di febbraio 2019, redatta dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio.
Questa frenata lascerà una pesante eredità sulla crescita di quest’anno. Secondo l’Upb per assistere a una ripresa bisognerà aspettare la seconda metà del 2019, ma la variazione del PIL non andrà comunque oltre lo 0,4%.
“Nel corso del 2018 l’economia italiana ha registrato una fase di rallentamento ciclico, più intensa rispetto a quella dell’area dell’euro e della stessa Germania, che pure ha subito una significativa battuta d’arresto”,
si legge nel documento che disegna i possibili scenari dei prossimi mesi.
Per l’Upb sono due gli scenari possibili
La Nota dell’Ufficio parlamentare di bilancio prende in considerazione due scenari alternativi. Il primo in caso di attivazione della clausola sull’IVA e delle accise previste dalla legge di bilancio per il 2019.
L’incremento delle imposte indirette potrebbe produrre un impulso di un punto percentuale sul deflatore dei consumi delle famiglie, con la conseguente perdita di potere d’acquisto. Calerebbe così, di circa mezzo punto percentuale, la spesa per i consumi privati, mentre il PIL si attesterebbe allo 0,6 per cento.
Il secondo scenario prevede invece uno stimolo sulla spesa privata in beni capitali.
Secondo quanto previsto dall’Upb, dovrebbero però venire meno alcuni fattori attualmente frenanti: il deterioramento delle aspettative degli imprenditori, le tensioni sui titoli del debito sovrano e il rischio di un inasprimento delle condizioni credito.
Solo un’ulteriore spinta alla spesa da parte del settore privato nel 2019-20 favorirebbe l’accelerazione degli investimenti, evitando il rallentamento del 2019.
“L’effetto macroeconomico è stimato in una maggiore crescita del PIL pari a 0,4 punti percentuali nella media del biennio 2019-20. L’impatto sull’inflazione al consumo sarebbe sostanzialmente trascurabile.”
E se i fattori di rischio sono tanti: sia internazionali che locali, il governo Conte - da parte sua - continua a stimare che, nel 2019, il PIL italiano aumenterà dell’1%: una previsione rosea che va contro ogni aspettativa.