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Obama potrebbe causare la fine delle agenzie di rating? Scopriamolo
giovedì 7 febbraio 2013, di
Le agenzie di rating controllano da anni il mondo della finanza mondiale.
Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch, le tre grandi sorelle, da sole riescono ad interferire e a determinare l’andamento dei mercati internazionali.
La decisione presa 24 ore fa dal presidente statunitense Barack Obama potrebbe cambiare definitivamente il volto della finanza globale.
Nella giornata di ieri infatti, il Dipartimento di Giustizia americano ha intentato un procedimento civile ai danni di Standard & Poor’s per 5 miliardi di dollari, una cifra molto vicina all’intero bilancio della sua casa madre (la McGraw Hill company). L’accusa è pesantissima: truffa.
Sono in molti adesso ad interrogarsi sul futuro di S&P, ma anche delle altre due grandi agenzie.
Il rischio è quello che si scateni una reazione a catena che porti diversi Stati ed istituzioni, ma anche privati, a reagire contro lo strapotere del rating, coinvolgendo anche Moody’s e Fitch nella spirale di denunce.
Se così fosse, potrebbe definitivamente modificarsi il volto della finanza globale.
Le accuse di Obama
Le accuse dell’amministrazione americana sono relative alla celeberrima crisi dei mutui subprime del 2008, per essere chiari, quella che ha successivamente scatenato la recessione in tutto il mondo.
Stando alle parole del Wall Street Journal, il Dipartimento di Giustizia statunitense avrebbe investigato per tre anni su S&P cercando di capire se l’agenzia abbia fatto in modo di indebolire le regole sui rating o se le abbia volutamente ignorate. Insomma: errori in buona fede o azioni mirate volte a trarre guadagno sulle commissioni? È su questo quello che la causa vuole fare luce.
Cosa c’entra il rating con i mutui?
Con la cartolarizzazione, una banca concede un mutuo ad un cliente e subito dopo rivende il suddetto sotto forma di obbligazione garantita appunto dal mutuo di qualcun altro. Così facendo l’istituto “passa il rischio” che il debitore non paghi nelle mani di individui terzi.
Ed è proprio a questo livello che entrano in gioco le agenzie di rating.
Per convincere un investitore a comprare l’obbligazione la banca chiede ad una agenzia di dare la propria valutazione su di essa.
S&P era solita dare rating molto generosi, applicando quella Tripla A che per gli investitori internazionali è sinonimo di assoluta garanzia e che traeva giustificazione da esami superficiali e talvolta fuorvianti.
Quando nel 2009 scoppiò la crisi dei mutui subprime, le prime obbligazioni a fallire furono appunto quelle dotate di Tripla A. Da qui ebbe inizio quella crisi che ancora oggi ci troviamo ad affrontare.
L’accusa dell’amministrazione americana nei confronti di S&P è quindi chiara: avere sopravvalutato alcuni titoli immobiliari, gonfiando le valutazioni dei bond per aggiudicarsi più clienti tra le banche che li emettevano, contribuendo in modo pesante a scatenare la recessione.
13 Stati con Obama
Nella causa contro Standard & Poor’s Obama non sarà solo. 13 Stati americani più il Distretto di Columbia hanno seguito le Orme dell’amministrazione centrale contro l’agenzia.
A questi si aggiungono anche le precedenti cause intentate da Illinois, Connecticut e Missisipi. E il numero sembra destinato a salire.
Secondo il Wall Street Journal, il solo Stato della California avrebbe chiesto a S&P 4 miliardi di euro, che si vanno ad aggiungere ai 5 richiesti dal Dipartimento di Giustizia.
Il giornale fa inoltre anche sapere che, stando alle informazioni di cui è in possesso, nei prossimi giorni altri Stati sporgeranno denuncia contro l’agenzia.
Se così fosse, il destino di Standard and Poor’s sembra davvero segnato.
E le altre agenzie?
Per adesso le accuse non coinvolgono le altre due grandi sorelle. Moody’s e Fitch non sono state coinvolte nelle indagini e non sono state oggetto di nessuna denuncia.
La situazione però potrebbe cambiare e anche velocemente.
Le valutazioni delle agenzie sono da sempre state considerate non solo pericolose, ma spesso anche arbitrarie e motivate più da interessi personali che da cause reali.
Se dovessero nasce delle indagini a tutto tondo anche su Moody’s e Fitch, sono in molti a pensare che difficilmente entrambe ne uscirebbero pulite.
Insomma il rischio c’è ed è grande. Il mondo della finanza potrebbe decidere di liberarsi definitivamente dello strapotere del rating, cambiando il suo volto e dotandosi finalmente di normative specifiche e che non implichino, soprattutto, quel conflitto di interessi che aleggia sempre quando si parla di agenzie.
E diciamoci la verità: se così fosse, c’è veramente qualcuno che verserebbe lacrime per la scomparsa delle tre sorelle?