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Moody’s: la crisi dell’euro potrebbe tornare

mercoledì 13 novembre 2013, di Nicola D’Antuono

L’agenzia di rating Moody’s - una delle più discusse sia nel corso della crisi finanziaria del 2008 sia durante la crisi dei debiti sovrani europei tra il 2010 e il 2012 - sta rivedendo il proprio outlook sull’economia globale, tanto che per i prossimi anni la view appare decisamente più ottimistica rispetto al passato. Tuttavia, dopo aver pubblicato il Global Macro Outlook, nel quale ha evidenziato la possibilità di una ripresa dell’economia mondiale (anche per l’Italia, che potrebbe tornare a crescere nel prossimo anno), Moody’s si è occupata nuovamente della difficile situazione economico-finanziaria dell’eurozona, affermando che non va esclusa una nuova crisi del debito europea a causa della stanchezza della popolazione per le dolorose misure di austerità imposte dai governi per risanare le finanze pubbliche. Secondo gli esperti dell’agenzia di rating, in paesi come l’Italia e la Grecia potrebbero emergere con decisione partiti politici anti-euro, che avrebbero in agenda l’uscita immediata dall’eurozona e il recupero della sovranità della politica moneteria.

Secondo Colin Ellis, associate managing director di Moody’s, l’unione bancaria in Europa è ancora in un limbo e la crisi del debito pubblico non può dirsi che sia completamente alle spalle. Nel rapporto stilato dall’analista dell’agenzia si legge che “il rischio di un’ulteriore escalation della crisi resta considerevole, soprattutto se il sostegno politico e sociale ai programmi di austerità continuerà a calare”. Moody’s ritiene che il sentiment anti-euro sia in costante aumento e che al momento ci sia “circa una possibilità su tre che, nel medio termine, un paese abbandoni l’area euro”. L’agenzia non ha stilato una classifica dei candidati più probabili all’uscita dall’euro, ma ha comunque citato nelle sue valutazioni la Grecia e l’Italia. Nel paese ellenico, stremato dall’austerità e già più volte sul punto di collassare, stanno emergendo diversi partiti anti-euro e di estrema destra.

In Italia è nota l’affermazione del MoVimento 5 Stelle guidato dall’ex comico Beppe Grillo, che è da sempre critico con l’euro e l’Unione europea in generale. Di recente il New York Times si è occupato proprio della crescita dei partiti anti-euro, facendo notare come il movimento sia molto più ampio di quanto si pensi realmente. Non c’è solo il M5S in Italia opure Syriza o Alba Dorata (i neonazisti) in Grecia, ma anche il Front National di Marine Le Pen in Francia, il Partito del popolo danese, il partito Jobbik in Ungheria, il Partito della Libertà in Olanda, i liberal-nazionali ex seguaci di Jorg Haider in Austria. A questi partiti nazionalisti e di estrema destra vanno poi sommate altre formazioni politiche di estrema sinistra che restano fortemente anti-euro. Lo stesso premier italiano Enrico Letta ha dichiarato che “l’avanzata del populismo è una minaccia per l’Europa.

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