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Maroni premier e Tosi alleato, ecco come Berlusconi vuole spaccare la Lega

mercoledì 19 luglio 2017, di Alessandro Cipolla

Silvio Berlusconi continua a tessere la propria fitta tela politica. L’incontro tenuto con Roberto Maroni e il riavvicinamento con Flavio Tosi farebbero però pensare a un disegno ben preciso: tentare di spaccare la Lega Nord dal suo interno per indebolirla.

L’estate come di consuetudine è il periodo in cui la politica italiana tira un po’ i remi in barca e si prende una pausa di riflessione. Lungi però dal pensare che gli incontri e le trattative vengano interrotte, soltanto che tutte le decisioni definitive poi sono prese a settembre.

In questo scenario il più attivo è sicuramente Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia infatti, come è tornato a respirare l’aria delle elezioni politiche, si sta spendendo in prima persona per cercare di mettere a punto la migliore strategia in vista del voto nel 2018.

Paradossalmente la più grande preoccupazione per l’ex premier si chiama Matteo Salvini, visto che la Lega Nord stando agli ultimi sondaggi politici cresce di giorno in giorno. Ecco allora che Berlusconi starebbe pensando a una sorta di piano per spaccare e indebolire il carroccio.

I pensieri di Berlusconi

Al momento la più grande paura di Silvio Berlusconi potrebbe essere quella di un governo retto dall’alleanza tra Movimento 5 Stelle e Lega Nord. Un esecutivo del genere infatti sarebbe più ostile a Forza Italia anche rispetto a uno di centrosinistra.

L’ex premier quindi ha due chance per tornare al governo: la prima è quella di vincere le elezioni con un centrodestra unito, mentre la seconda è quella di realizzare un governo dalle larghe intese post voto con il Partito Democratico. Entrambe le opzioni però al momento sembrerebbero difficilmente realizzabili.

Anche se il centrodestra unito al momento potrebbe anche arrivare al 35%, non lontano quindi dal premio di maggioranza fissato al 40%, l’attuale legge elettorale comporterebbe che tutti i partiti dell’alleanza confluissero in un unico listone.

Ipotesi questa molto difficile da realizzare anche se non impossibile. Nodi cruciali sarebbero quelli della scelta del candidato premier e le differenti vedute sul tema dell’Europa. Non è un caso che Berlusconi starebbe sempre più spingendo per riaprire il discorso di una nuova legge elettorale, ma al momento Forza Italia è l’unica ad avere questa priorità.

Il piano B poi sarebbe quello di un governo post voto con il Partito Democratico di Matteo Renzi, le autonomie e magari i centristi se riuscissero ad entrare nel prossimo Parlamento. Il problema però qui è che al momento questa unione sarebbe molto lontana dall’avere i numeri per governare.

Allora ecco che quello che in teoria sarebbe il miglior alleato, ovvero la Lega Nord, potrebbe diventare il problema numero uno. Soltanto indebolendo il carroccio e anche il Movimento 5 Stelle quindi Forza Italia potrebbe sperare di andare al governo con Renzi oppure di poter dettare legge in un ipotetico esecutivo di centrodestra.

Spaccare la Lega

Nonostante il grande ottimismo sbandierato, Forza Italia al momento si troverebbe quasi in una situazione di limbo. In fin dei conti stiamo parlando di un partito che ad oggi veleggia attorno al 13%, con i fasti di qualche anno fa che sono solo un ricordo sbiadito.

C’è da contare però che in ogni campagna elettorale Silvio Berlusconi mette in campo tutto il suo potente e agguerrito esercito mediatico, che puntualmente gli fa recuperare diversi punti percentuale.

Questo però potrebbe non bastare. La Lega Nord infatti è sempre più lontana, soprattutto se si presentasse unita con Fratelli d’Italia, inoltre il Partito Democratico è sempre più in crisi così come il proprio leader Matteo Renzi.

In pratica, con un Salvini forte e molto più avanti rispetto agli azzurri spetterebbe al carroccio la leadership di una eventuale coalizione. Allo stesso tempo, una debacle del PD andrebbe ad annullare le speranze di un possibile governo dalle larghe intese.

Visto quindi che con l’attuale legge elettorale alla fine con ogni probabilità ognuno si presenterà per conto suo, ecco che indebolire la Lega Nord diventa quasi vitale per Forza Italia.

Gli alleati perfetti per questa sorta di piano di Berlusconi potrebbero essere i volti storici della Lega Nord. Umberto Bossi infatti da tempo non risparmia critiche a Salvini, tanto anche da provare a metterlo in discussione candidando senza grandi risultati il fedele Gianni Fava alle primarie del carroccio.

Dopo aver tentato poi a tirare in ballo Luca Zaia come possibile candidato premier, ricevendo un netto rifiuto da parte del governatore del Veneto, Berlusconi ora in tal senso è pronto a giocarsi la carta Roberto Maroni.

In una prospettiva di coalizione unitaria del centrodestra, se Forza Italia proponesse come candidato premier un leghista come Maroni a quel punto Salvini potrebbe essere messo alle strette: o accetta un candidato dei suoi però vicino a Berlusconi, oppure rompe l’alleanza andando anche a scontentare parte del suo partito.

Oltre a questo, ormai sembrerebbe essere vicino un accordo elettorale tra Forza Italia e Fare!, il movimento dell’ex sindaco di Verona Flavio Tosi che potrebbe portare agli azzurri voti importanti nel Nord-Est dove è proprio il carroccio a fare da padrone.

Il problema però è che Tosi, oltre ad essere un ex leghista, è anche uno dei principali nemici di Salvini. Senza troppi giri di parole, non sarebbe un eufemismo dire che i due si odiano reciprocamente.

Più che per i voti però Tosi potrebbe essere una nuova mossa di Berlusconi per far innervosire Salvini. Se vuole presentarsi con un centrodestra unito, il leader della Lega Nord quindi dovrà sottostare alle decisioni di Berlusconi, che non è minimamente intenzionato a giocare un ruolo di comprimario.

Il rischio però per il centrodestra è che succeda un po’ quello che è capitato al Partito Democratico nel 2013: sentendo praticamente la vittoria in tasca, si è preoccupato poco dei suoi avversari e di proporre una proposta convincente ai cittadini pensando già ad assegnare i posti di un futuro governo.

Tra dispetti e giochetti politici, il rischio concreto è quello di un pareggio alle prossime elezioni, con nessuna prospettiva neanche di poter formare un governo dalle larghe intese. Una situazione di stallo che potrebbe durare a lungo e che sarebbe più che deleteria per un paese in difficoltà come il nostro.

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