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Mario Draghi nega le colpe della BCE nella crisi e conferma tassi bassi a lungo
giovedì 7 agosto 2014, di
E’ da poco terminata la conferenza stampa di Mario Draghi (la replica sarà visibile qui nelle prossime ore) che di nuovo ha evitato di dare indicazioni precise sulle prossime manovre confermando la "forward guidance" che a suo parere sta dando risultati.
La conferenza stampa si è tenuta dopo la decisione annunciata alle 13:45 di mantenere i tassi stabili allo 0,15%.
Quantitative Easing Europeo
Sul possibile QE europeo Draghi si è limitato ad affermare che la strategia della BCE è quella di "essere pronta" a misure non convenzionali se i dati economici dovessero renderle necessarie ma non ha dato nessuna indicazione precisa su quali misure verranno messe in campo e quando. L’aspettativa rimane quella di un QE europeo in autunno.
Le cause dei dati economici negativi
Un leitmotiv della conferenza è stato quello dell’individuazione delle cause dei recenti dati economici negativi (incluso il pessimo dato sul PIL dell’Italia) al di fuori della politica della BCE. Per Draghi i recenti dati economici negativi dipendono dagli scenari geopolitici globali (Russia, Ucraina, Medio oriente), dalla scarsa integrazione delle regole e dei mercati a livello europeo e dall’eccesso di burocrazia in alcune economie.
Draghi ha fatto esplicitamente e per due volte l’esempio di un giovane che vuole aprire un’attività (il riferimento era a un negozio) e deve attendere settimane per le varie autorizzazioni e permessi per iniziare a operare; a suo avviso questi sono i fattori che legano le economie periferiche e ha sottolineato come questo non sia collegato in nessun modo alle politiche monetarie della BCE.
In definitiva per Draghi ci sono comunque dei segnali di ripresa emergente in Europa, anche se molto lenta. In relazione a questo si è mostrato piuttosto soddisfatto in relazione al suo operato sinora: se l’Europa ha problemi la BCE non c’entra nulla.
Il problema dell’inflazione
Capitolo importante riguarda la questione inflazione e target del 2% (oggetto del mandato della BCE): per Draghi il problema è una distribuzione divergente dell’inflazione nell’area Euro. Da una parte la Germania rischia di salire oltre il 2%, dall’altra altri paesi sono in deflazione. E’ difficile quindi per la BCE operare se non "invitando fortemente" i vari governi dell’Eurozona a spingere sull’integrazione e l’omologazione delle rispettive economie in modo da rendere il quadro più omogeneo. Alle nostre latitudini la cosa suona in modo: "fate le riforme, in fretta".
La forward guidance sui tassi di interesse
Infine il punto più interessante rispetto al mercato forex: per Draghi i tassi saranno più bassi in Europa rispetto agli USA a lungo nel futuro e questo elemento dovrebbe confermare il flusso primario che sta portando dallo scorso maggio il Dollaro a rafforzarsi stabilmente sull’Euro.
L’effetto di questa affermazione sul mercato Forex si è sentito subito: nella prima mezz’ora di conferenza basata su nessun annuncio di misure straordinarie il cambio EURUSD è sostanzialmente salito fino a toccare quota 1.34. Dall’annuncio della divergenza di lungo periodo tra i tassi Europei e USA il cambio ha invece iniziato a scendere e sta andando ora a cercare di aggiornare i nuovi minimi sotto area 1.334 dopo aver rotto prepotentemente il minimo toccato nella fase di volatilità di inizio conferenza a 1.3350.
