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MMT: Randall Wray sugli squilibri e i prestiti transfrontalieri dell’Europa
sabato 17 novembre 2012, di
Qui di seguito la traduzione di un articolo recente (datato 27 Ottobre) di Randall Wray, l’economista americano sostenitore della MMT di cui si parla molto in questi mesi, sulla questione dei tanto discussi squilibri e dei prestiti transfrontalieri circolanti nel vecchio continente.
Ecco cosa ha scritto Wray:
Ieri un presentatore, durante una conferenza sull’Europa, ha fornito molti dati interessanti per quanto riguarda i prestiti transfrontalieri effettuati dalle banche europee, la maggior parte dei quali consiste in prestiti ai colleghi membri dell’UEM. Il presentatore in questione ha parlato di una forte correlazione tra i prestiti transfrontalieri e il commercio transfrontaliero. Quindi ha postulato un legame tra i flussi finanziari e i flussi di beni e servizi. E fin qui tutto bene. Ha anche accettato un commento da parte del pubblico secondo il quale la correlazione non prova causalità, e secondo cui i flussi finanziari hanno ordini di grandezza che superano di gran lunga quelli generati dallo scambio di beni e servizi. in altre parole, la maggior parte del cosiddetto "churning" finanziario (si tratta di un eccesso nella compravendita sul conto di un cliente con lo scopo di accrescere la sua quota di commissione, n.d.r), non ha nulla a che fare con la "reale" produzione.
Quello che mi ha infastidito di più è stato il frequente riferimento a presunti "squilibri" all’interno dell’UEM, quindi ho cercato di fargli spiegare meglio cosa intendesse. Si sa che per ogni deficit delle partite correnti c’è un surplus di conto capitale. Mi sembra che l’affermazione secondo cui l’UEM soffre di "squilibri", si trovi su un terreno ancora più instabile. Dopo tutto, tutti usano la stessa moneta, quindi non c’è alcuna possibilità che uno "squilibrio" porterà ad una fuga dalla moneta e ad un deprezzamento del tasso di cambio.
Quando guardo Eurolandia, vedo molti problemi: boom immobiliari, scontri in Spagna e in altre nazioni, molti prestiti "sbagliati" e banche in difficoltà; e (ovviamente) disoccupazione in aumento quasi dappertutto. Il sentimento generale è quello di un grande rammarico da parte dei creditori e una forte determinazione a non concedere più prestiti ai mutuatari del Mediterraneo.
Il bad bank behaviour
Il comportamento sbagliato da parte delle banche (bad bank behaviour) può provocare o l’espansione o la frenata di un’economia, con o senza deficit delle partite correnti. E questo è quello che più o meno è successo in Spagna e in Irlanda (anche in Islanda). Ok, ma allora che bisognerebbe dire di Grecia e Italia, i cui deficit di bilancio pubblico hanno oltrepassato i criteri del Trattato di Maastricht? Beh, parte del mito che ha alimentato la corsa all’unione monetaria è stato che i mercati finanziari avrebbero più efficacemente effettuato l’allocazione dei fondi in tutta l’Europa, cercando profitti e restringendo gli spread. E così è stato, partendo dal presupposto che una volta che una Grecia o un’Italia sarebbe entrata nell’unione, immediatamente sarebbe diventata più come la Germania. E gli spread sono scesi a zero, apparentemente sulla convinzione che ora siamo tutti tedeschi.
Ma improvvisamente i mercati e i leader dell’Eurozona si sono svegliati una mattina e sono rimasti scioccati! Scioccati di scoprire che dilagava la corruzione in alcune di queste nazioni. O peggio ancora che le più grandi banche mondiali avevano aiutato questi governi dissoluti a nascondere il debito. Chi poteva pensare che un governo guidato da un personaggio come Silvio Berlusconi (appena condannato a quattro anni di carcere) avrebbe consentito la corruzione e attività illecite nella contabilità? Non ne so molto della Grecia, ma avendo vissuto a intermittenza in Italia, non è concepibile che nessun leader europeo sapesse che tutti i maggiori partiti politici italiani fatta eccezione per il partito Comunista (che non è mai stato autorizzato a partecipare alle attività di governo) erano coinvolti in grossi scandali nel corso degli anni che hanno preceduto l’unificazione.
E ora tutti sostengono che è stata tutta colpa di un presunto "squilibrio"?
L’esempio degli Stati Uniti
Vediamo la questione in un altro modo. Negli Stati Uniti abbiamo naturalmente "goduto" di un’esperienza simile a quella dell’Europa. Sostituite la Spagna con il Nevada. Banche "estere" da tutta l’America hanno prestato a speculatori che hanno fatto esplodere i prezzi del settore immobiliare a Las Vegas, concedendo prestiti senza verificare le garanzie del debitore. I lavoratori di Las Vegas hanno momentaneamente beneficiato del boom, e ora sono alle prese con alta disoccupazione e crollo dei prezzi. Il governo locale ha perso gli introiti fiscali e ora deve affrontare le conseguenze che da ciò sono derivate. Anche se di solito non si guarda ai "disavanzi delle partite correnti" tra le varie nazioni degli Stati Uniti, non è da escludere che ci potesse essere lo stesso tipo di "squilibri" negli stati che hanno subito un boom immobiliare in quanto il livello occupazionale elevato e l’aumento dei prezzi e dei salari hanno alimentato le "importazioni" da altri stati americani.
Ma negli Stati Uniti noi puntiamo il dito (per lo più) ai banchieri fuori controllo, agli speculatori che fanno salire i prezzi alle stelle, ai regolatori che si sono rifiutati di fare il loro lavoro. Sì, qualcuno dà la colpa ai mutuatari. Ma noi non sosteniamo che negli Stati Uniti sono stati i deficit delle partite correnti tra gli stati ad aver causato la crisi finanziaria globale. Perchè no? Perché noi usiamo tutti la stessa moneta, il dollaro, e perché abbiamo un sistema bancario centrale che compensa il sistema dei pagamenti attraverso gli Stati Uniti. Non c’è mai stato uno "squilibrio" nei flussi finanziari perché il sistema bancario centrale ha compensato tutti i conti. Inoltre è importante sottolineare che noi non forniamo una Federal Reserve Bank per ogni stato, invece, abbiamo volutamente "disegnato" distretti della Fed attraverso i confini di stato. Nessuno neanche sa quali sono i flussi finanziari tra gli stati.
In Europa tutti utilizzano la stessa moneta, l’euro, e la compensazione viene eseguita tra le banche centrali e attraverso la Bce. Dovrebbe andare tutto liscio come avviene negli Stati Uniti. Ma ecco la differenza: le "banche dei distretti" della Bce sono le banche centrali nazionali. Ciò non è stato considerato un difetto di progettazione, doveva mantenere l’illusione di indipendenza fiscale, mentre si cedeva la politica monetaria alla Bce. Le banche centrali locali sarebbero state utilizzate per compensare i pagamenti, ma, soprattutto, il regolare funzionamento del sistema dei pagamenti in Europa in pratica significa che la Bce non può rifiutarsi di fornire riserve su richiesta e questo ancora significa che effettivamente i criteri di Maastricht sui deficit di bilancio e sui debiti non sono vincolanti.
Fino a quando i mercati hanno creduto che i Mediterannei erano diventati tedeschi o che la Bce sarebbe sempre venuta in soccorso, non importava che quasi tutti i paesi violassero costantemente i criteri del trattato di Maastricht. Le banche private (e altri) avrebbe acquistato il debito ora non-sovrano, e l’avrebbero potuto vendere alle banche centrali nazionali in modo da ottenere riserve.
Ma una volta che i mercati hanno dato un lungo e freddo sguardo alle finanze e al disegno dell’unione, si sono resi conto di un difetto fatale. I criteri di Maastricht erano già troppo lassisti per paesi che avevano rinunciato alla sovranità monetaria, in quanto i tassi d’interesse sui prestiti sarebbero stati determinati o dai mercati o dalla volontà della Bce di violare la propria auto-percepita missione di mantenere la prudenza fiscale. E quando i deficit e i debiti sono esplosi in quei paesi che dovevano salvare le proprie banche private, i mercati hanno fatto un passo indietro e gli spread sono saliti a livelli che hanno assicurato una crescita esplosiva dei deficit di bilancio.
La prudenza fiscale
Come sappiamo per esperienza dagli Stati Uniti, quando si parla di prudenza fiscale intendiamo dire che gli stati devono bilanciare i conti pubblici e mantenere indici di indebitamento ben al di sotto del 20% del Pil dello Stato. Questo significa che non erano solo i governi del Mediteranneo ad avere eccessivi deficit di bilancio, ma anche i tedeschi. Quindi, sì, ironicamente, gli Europei sono davvero tutti tedeschi o, per dirla in un altro modo, sono tutti greci ora.
Così infine possiamo dire che la causa immediata della crisi è stata rappresentata dal debito imprudente da parte delle banche europee (così come la crisi degli Stati Uniti è stata causata dai prestiti imprudenti effettuati dalle banche americane), ma il permanente difetto all’interno dell’UEM è rappresentato dalla separazione della politica fiscale dalla moneta. Come ho detto prima, se c’è uno "squilibrio" in Europa, si tratta di uno squilibrio di potere, non di flussi commerciali. E con i sostenitori dell’austerity al potere, non ci sarà ancora la capacità di montare una risposta fiscale sufficiente per uscire dalla crisi.
Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Ecomonitor