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MIUR: scuole aperte d’estate, ma senza insegnanti (e fondi)
lunedì 12 giugno 2017, di
Scuole aperte d’estate? La Ministra dell’Istruzione, intervistata da La Stampa, ha confermato che questa ipotesi è tutt’altro che remota.
Tuttavia, Valeria Fedeli ha ribadito che l’apertura delle scuole nel periodo estivo, così come avviene in molti altri Paesi d’Europa, non avrà nulla a che fare con l’anno scolastico poiché consisterà nello svolgimento di particolari attività grazie al supporto di associazioni o di altri soggetti.
Ecco perché gli insegnanti non devono preoccuparsi visto che l’apertura estiva degli istituti scolastici non avrà alcun effetto sulle loro ferie; i docenti resteranno in servizio fino al 30 di giugno, dopodiché potranno dedicarsi alle meritate vacanze senza dover pensare al fatto che la scuola sia chiusa oppure no.
Le parole della Fedeli quindi sembrano spegnere le polemiche sorte in queste settimane, con gli insegnanti che si sono lamentati per il progetto del MIUR di tenere le scuole aperte in estate per paura di essere coinvolti nelle attività.
Come confermato dalla Ministra dell’Istruzione aprire le scuole in estate è una necessità, soprattutto per quei genitori che con la fine delle scuole non sanno a chi lasciare i loro figli. Ecco perché il MIUR sta pensando a come fare per realizzare questo progetto, il quale difficilmente vedrà la luce prima della prossima estate.
La stessa Ministra dell’Istruzione infatti ha confermato che al momento ci sono altre priorità da portare a termine, una su tutte quella di accompagnare gli 8 decreti della Buona Scuola in questa delicata fase di attuazione.
Ma cosa ne pensano i sindacati e le scuole di questa possibilità? E soprattutto; anche se gli insegnanti saranno esonerati dal prendere parte a questo progetto, cosa ne sarà del personale ATA e dei Dirigenti Scolastici?
Scuole aperte in estate? Sindacati contrari, ecco perché
Per i sindacati del personale scolastico il progetto del MIUR di aprire le scuole in estate è “difficilmente realizzabile”. Il problema non è solamente di tipo organizzativo, ma anche territoriale: infatti, non si può chiedere ai bambini di stare in classe nei mesi estivi dove, specialmente nelle zone del Sud, le temperature sono molto elevate. “E nelle aule italiane non c’è mica l’aria condizionata”, fanno notare i sindacati.
A tal proposito il coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, Rino Di Meglio, ha dichiarato che progetti di questo tipo sono perfetti per il Nord d’Europa, dove il clima in estate è piuttosto mite, ma non per l’Italia dove già a giugno restare in classe è quasi impossibile.
C’è poi un altro aspetto da considerare; se per gli insegnanti non ci saranno variazioni sulle ferie, cosa succederà al personale ATA e ai dirigenti scolastici? In questo caso sarà difficile trovare delle alternative, ecco perché queste due figure dovrebbero continuare a garantire la loro presenza a scuola.
Niente di certo, ma se così fosse il MIUR dovrebbe trovare le risorse per garantire loro un aumento di stipendio e non far gravare i costi extra sulle tasche dei genitori.
Molte scuole già aperte in estate: ma il progetto funziona?
Questa estate molte scuole resteranno aperte. Si tratta di quegli istituti che hanno aderito ai bandi dei propri Comuni di appartenenza, o al progetto “Scuola al centro” introdotto dal MIUR lo scorso anno.
Il Ministero ha investito 10 milioni di euro, mantenendo più di 400 scuole aperte in quattro città italiane ad alto rischio di dispersione scolastica: Milano, Roma, Napoli e Palermo. Quest’anno il progetto, grazie allo stanziamento di 240 milioni di euro è stato esteso in tutta Italia così da permettere l’apertura pomeridiana in orari extra-scolastici in più di 6mila scuole.
Peccato che ad oggi non ci sono ancora i fondi promessi dal MIUR; dal Ministero assicurano che questi arriveranno entro i prossimi 10 giorni, ma le premesse non sono delle migliori.