Home > Altro > Archivio > Le migliori università nel mondo? Ecco la classifica

Le migliori università nel mondo? Ecco la classifica

martedì 10 settembre 2013, di Valentina Pennacchio

All’indomani del decreto scuola, che ha cancellato il chiacchierato bonus maturità e introdotto importanti novità nel settore dell’istruzione, arriva la classifica delle migliori università nel mondo del QS World University Rankings, il quale stila la classifica delle migliori 800 università nel mondo su circa 3.000.

La classifica viene stilata in funzione di diversi parametri, tra i quali:

  • la relazione tra lo studente e l’università;
  • il giudizio degli studenti circa il percorso accademico offerto;
  • la presenza di insegnanti e studenti di Paesi esteri.

Nella top ten vince la formazione anglosassone. Sul podio: il Massachusetts Institute of Technology (Mit), Harvard University e University of Cambridge. E l’Italia? Come si è posizionato il nostro Paese?

I risultati rispetto all’anno passato migliorano, ma siamo ancora lontani. Il primo ateneo italiano in classifica è quello di Bologna, che guadagna sei posizioni rispetto allo scorso anno, passando dalla posizione n. 194 alla n. 188. Seguono La Sapienza di Roma (da 216 a 196) e il Politecnico di Milano (da 244 a 230).

In totale nella top 800 delle migliori università del mondo 26 sono italiane. Tra le new entry: Roma Tre, Milano Bicocca, l’Università degli studi di Brescia e quella di Verona. Visualizza la classifica cliccando sull’icona.

Investire nella cultura

Il presidente del Consiglio Universitario Nazionale, Andrea Lenzi, si ritiene molto soddisfatto perché

“si tratta di un risultato positivo, nonostante i tagli alle risorse che da anni colpiscono gli atenei italiani, i quali, sebbene l’apparente scarsa attenzione dedicata all’innovazione ed all’alta formazione da parte della politica, hanno mantenuto ed addirittura migliorato le perfomance in questa lista di ranking”.

Gli fa eco il QS, che sottolinea come il nostro Paese abbia registrato un miglioramento, nonostante solo l’1% del PIL venga investito nella ricerca. Tuttavia, il capo della ricerca Qs, Ben Sowter, ha invitato l’Italia ad investire di più nella cultura perché

“Il capitale umano è la vera ricchezza del Paese, che sta perdendo una generazione di ricercatori per la scarsità delle risorse e la precarietà dei percorsi di carriera”.

E ha aggiunto:

“L’Italia deve creare le condizioni per fermare la fuga di cervelli, far rientrare quelli che sono emigrati e per attrarne anche da altri paesi. I risultati incoraggianti della nostra classifica indicano che la formazione e la ricerca made in Italy può ambire a una maggiore visibilità internazionale, con ricadute positive sull’economia e la competitività del Paese".

Un messaggio, un commento?

moderato a priori

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Chi sei?
I tuoi messaggi

Questo form accetta scorciatoie di SPIP [->url] {{bold}} {italic} <quote> <code> e il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare un paragrafo lasciate semplicemente una riga vuota.