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Laura Boldrini scende in campo: “Potrei candidarmi, serve una sinistra di governo”
mercoledì 29 marzo 2017, di
Laura Boldrini è pronta a candidarsi di nuovo alle prossime elezioni politiche. Ospite del programma de LA7 Otto e Mezzo condotto da Lilli Gruber, la presidente della Camera ha confermato la sua disponibilità a correre con la sinistra.
Dopo una lunga carriera presso le Nazioni Unite, nel 2013 Laura Boldrini venne eletta tra le fila di Sel, diventando poi con un voto abbastanza a sorpresa presidente della Camera.
Anche se la decisione era nell’aria da tempo, Laura Boldrini quindi annuncia che la sua esperienza politica non terminerà con la fine dell’attuale legislatura, che con ogni probabilità arriverà alla sua scadenza naturale del febbraio 2018.
Con chi correrà allora Laura Boldrini alle prossime elezioni? Anche se la presidente della Camera non lo ha detto ufficialmente, la sua recente presenza fissa negli eventi organizzati dall’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia farebbe pensare che potrebbe essere proprio lei uno dei volti di punta del neonato Campo Progressista.
Laura Boldrini e la scelta di candidarsi
Rompe gli indugi Laura Boldrini e ospite di Lilli Gruber conferma la sua disponibilità a candidarsi anche alle prossime elezioni politiche. Una scelta giustificata dell’attuale presidente della Camera con la necessità in questo momento di unire le forze.
Io ho fatto una scelta di candidarmi nel 2013 perché pensavo che avesse un senso farlo dopo 25 anni all’ONU, ora non si torna indietro, si va avanti ma ci devono essere le condizioni. Se esse ci sono, io lo rifarò, perché c’è bisogno di unire le forze.
Nella sua intervista durante il programma de LA7, Laura Boldrini quindi si propone come una sorta di ponte tra le tante anime d’una sinistra mai come ora frammentata, che però deve essere credibile e di governo.
Avere tante sinistre non ha senso, bisogna essere una sinistra credibile e di governo. Una sinistra che sia laburista, europeista, ambientalista, femminista e solidale. Chi si riconosce in questo avrà il mio gradimento. Queste sono le caratteristiche che servono. Il mio sforzo è quello di aggregare e fare da ponte fra le varie anime.
Quanto agli scenari politici futuri, la Boldrini sottolinea come sia necessaria un’alleanza tra la sinistra e il Partito Democratico, a prescindere da chi vincerà le primarie del 30 aprile prossimo.
Quanto alla prossima legge elettorale, la presidente della Camera ha spiegato i ritardi che si sono susseguiti in Parlamento negli ultimi tempi, auspicando un accordo tra chi come il Pd spinge per il Mattarellum e chi, soprattutto tra i centristi, è propenso invece per il proporzionale.
La Boldrini con Pisapia?
Dopo essere entrata all’Onu nel 1989 e fatto una lunga carriera anche all’interno dell’Alto commissariato, nel 2013 Laura Boldrini decide di candidarsi come indipendente con Sel, il partito che era di Nichi Vendola.
Nonostante non fosse tra le persone nominate dal partito, la Boldrini riesce comunque ad essere eletta in tutte e tre le circoscrizioni in cui si era presentata, venendo poi nominata anche presidente della Camera con 327 voti su 618.
Dopo il disgregamento di Sel, le posizioni di Laura Boldrini si sono molto avvicinate a quelle di Giuliano Pisapia che, dopo aver rinunciato a ricandidarsi come sindaco di Milano, ha dato il via al suo movimento nazionale Campo Progressista.
La decisione quindi della Boldrini di candidarsi anche alle prossime elezioni politiche, potrebbe quindi essere letta proprio nell’ottica di una confluenza nel movimento fondato da Pisapia.
Gli ultimi sondaggi politici elettorali, danno Campo Progressista all’1%, percentuale che anche se dovesse aumentare costringerebbe comunque il movimento a cercare apparentamenti.
Interlocutori naturali sono Sinistra Italiana e gli scissionisti dei Democratici Progressisti, anche se dalle parole della Boldrini si capisce che per lei non sono chiuse le porte neanche ad un’alleanza con il Pd.
Quando sarà noto l’esito delle primarie del Partito Democratico, il quadro sarà molto più chiaro. Non rimane dunque che aspettare per capire se il progetto della Boldrini di una sinistra unita si potrà realizzare oppure rimarrà una chimera.