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La Grecia contempla azioni “nucleari”: stampare euro, lanciare moneta parallela, nazionalizzare banche
lunedì 6 luglio 2015, di
Ecco cosa pensa a riguardo George Saravelos della Deutsche Bank:
La BCE si riunirà domani mattina per decidere sulla politica ELA. Una sospensione a titolo definitivo potrebbe effettivamente mettere il sistema bancario in risoluzione immediata e sarebbe un passo in avanti verso l’uscita dalla zona euro. Il mantenimento dell’ELA al livello attuale è il risultato più probabile, almeno fino a quando non si materializzerà la reazione politica europea. In ogni caso ciò aumenterà sostanzialmente la pressione sull’economia nei prossimi giorni.
Tutto questo suggerisce solo che non esiste un modo formale per espellere la Grecia dall’euro e che l’unica carta di negoziazione per la Troika e la BCE è un lento collasso economico e finanziario della Grecia.
La Grecia, tuttavia, ha ancora qualcosa di grande valore: un torchio calcografico dell’euro.
Inoltre, secondo un articolo del Telegraph “Se necessario, la Grecia emetterà liquidità parallela e IOU in stile California, in forma elettronica. L’avremmo dovuto fare una settimana fa”.
La California ha emesso dei coupon temporanei per pagare i conti ai contraenti a causa dei problemi di liquidità dopo la crisi Lehman del 2008. Il Signor Varoufakis insiste nel dire che questo non è un preludio al Grexit ma un’azione legale all’interno dell’inviolabile santità dell’unione monetaria.
Quindi .. continuare a far parte dell’Eurozona, senza usare l’euro.
Azioni "nucleari"?
Ma non è tutto, perché a seconda di come la BCE intensificherà gli eventi con Atene, la Grecia potrebbe intraprendere altri due passi “nucleari”: nazionalizzare le banche e impegnarsi nel taboo dell’”irreversibilità” stampando la moneta dell’area di cui non è più membro.
Fonti Syriza dicono che il Ministro greco delle Finanze sta esaminando la possibilità di prendere il controllo diretto del sistema bancario in caso di necessità, piuttosto che accettare un sequestro draconiano di risparmi dei depositanti e per evitare che le banche siano chiuse su ordine della BCE.
I funzionari di governo riconoscono che questo porterebbe ad una spaccatura senza precedenti con le autorità dell’UE. Ma l’atteggiamento di Syriza in questa fase è che la loro unica difesa contro una potenza egemone è combattere la guerriglia.
Funzionari del partito dicono:
Dobbiamo ripristinare la stabilità del sistema, con o senza l’aiuto della BCE. Abbiamo la capacità di stampare banconote da €20.
Tale azione richiederebbe invocare i poteri nazionali di emergenza e “requisire” la Bank of Greece per diversi mesi. I funzionari dicono che questi passaggi dovrebbero essere accompagnati da un ricorso alla Corte Europea.
Paul Krugman: il no della Grecia è una vittoria per tutta Europa
Per il Premio Nobel e giornalista del New York Times Paul Krugman, si tratta di una vittoria per tutta l’Europa.
Ha infatti scritto ieri,
Tsipras e Syriza hanno vinto alla grande nel referendum, rafforzando la loro mano per ciò che accadrà in futuro. Ma non sono gli unici vincitori: io direi che l’Europa, e la stessa idea europea ha vinto alla grande.
Krugman, che la scorsa settimana ha detto che avrebbe votato “no” se avesse potuto partecipare al referendum, nel suo post di domenica dice che il voto della Grecia contro il programma di bailout dei creditori rafforza il senso di democrazia in Europa.
L’economista aggiunge,
Abbiamo appena assistito ad una campagna veramente vile di bullismo e di intimidazione nei confronti della Grecia, un tentativo non solo di spaventare il pubblico greco ad accettare le richieste dei creditori, ma un tentativo a liberarsi del proprio governo. Si è trattato di un momento vergognoso nella storia dell’Europa moderna, e avrebbe stabilito un brutto precedente se avesse avuto successo.
Alla domanda: “questo significa che la Grecia lascerà l’euro?”, Krugman dice che c’è un’alta probabilità di un "Grexit" ora, ma dice che non importa se la Grecia resterà o andrà via, il voto di domenica dimostra che "la democrazia è più importante di qualsiasi accordo valutario”.