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L’Italia bloccata in un limbo politico. Commenti e previsioni dall’estero
venerdì 29 marzo 2013, di
Il leader del centrosinistra Pier Luigi Bersani ha fallito nel suo tentativo di trovare una via d’uscita dalla situazione di stallo politico dell’Italia e il presidente Giorgio Napolitano ora cercherà un’altra soluzione.
Bersani ha riferito ieri a Napolitano, dopo aver ricevuto il mandato quasi una settimana fa, per vedere se era in grado di raccogliere un sostegno sufficiente per formare un governo dopo le inconcludenti elezioni del mese di Febbraio.
Bersani ha riferito quindi che i colloqui con gli altri partiti si sono conclusi senza una risoluzione e il presidente ora valuterà altre opzioni "senza indugio".
Bersani ha detto di aver parlato a Napolitano di "significativi e positivi elementi di comprensione" nei colloqui con gli altri gruppi tra cui quello di centro-destra di Silvio Berlusconi e il blocco populista Movimento Cinque Stelle guidato dall’ex-comico Beppe Grillo.
"Ho anche spiegato le difficoltà derivanti da obiezioni o condizioni che non ho considerato accettabili".
Italia bloccata in un limbo politico
Il mancato raggiungimento di una conclusione lascia l’Italia ancora bloccata nel limbo politico più di un mese dopo le elezioni, con i timori della crisi bancaria a Cipro che potrebbero minacciare la stabilità della zona euro.
I funzionari hanno detto che Napolitano dovrebbe avviare un nuovo ciclo di consultazioni con i partiti già da oggi, partendo con il Popolo della Libertà di Berlusconi (PDL), al mattino e terminando con il Partito Democratico di Bersani (PD) la sera.
Napolitano ha detto che si oppone a un nuove elezioni anticipate per porre fine alla situazione di stallo, ma le sue opzioni sono molto limitate, se vuole evitare un ritorno alle urne entro pochi mesi.
Tra queste: la nomina di un outsider a capo di un governo tecnocrate come quello del primo ministro uscente Mario Monti o una coalizione politica trasversale, ma qualsiasi governo deve essere in grado di contare su una maggioranza in parlamento.
Ieri, il principale indicatore della fiducia dei mercati - lo spread decennale tra i titoli di Stato italiani (Btp) e quelli tedeschi (Bund) - si è allargato a 350 punti base, circa 30 punti in più rispetto al livello osservato prima delle elezioni del 24-25 febbraio.
Un muro di difficoltà
Bersani aveva sperato fino all’ultimo minuto di poter superare le difficoltà, ma ha dovuto sbattere contro un muro, in particolare per le sue aperture a Grillo, il cui movimento dice che non sosterrà un voto di fiducia in un governo guidato né dal centro destra né dal centro sinistra.
Bersani a sua volta ha respinto le richieste da parte di Berlusconi per formare una vasta coalizione sinistra-destra, dicendo che gli scandali del magnate sono troppo screditati da affrontare.
Consapevole del rischio di instabilità, Napolitano aveva insistito che Bersani ottenesse precise garanzie di sostegno da parte degli altri partiti per un voto di fiducia in parlamento, prima di accettare di dargli il mandato per formare un nuovo governo.
Bersani ha cercato di ottenere il sostegno per un elenco di riforme che includevano misure su questioni come il conflitto politico di interessi e la corruzione alle quali Berlusconi si opponeva e non è mai stato in grado di vincere abbastanza supporto.
La lotta del leader del centrosinistra di raggiungere un accordo ha mostrato quanto sarà difficile anche per un qualsiasi nuovo governo tecnocrate ottenere il sostegno di un parlamento così diviso, aumentando le probabilità di elezioni anticipate.
Le nuove elezioni possono essere indette solo dopo che il Parlamento eleggerà il successore di Napolitano, il cui mandato si concluderà a metà maggio. Norme costituzionali impediscono ad un presidente di sciogliere il parlamento durante gli ultimi mesi del suo mandato.
Anche questo compito è politicamente difficile, perché Berlusconi vorrebbe scegliere il nuovo capo di Stato, cosa che Bersani respinge.
Previsioni economiche
Sottolineando le sfide per il prossimo governo, sia un funzionario della Banca d’Italia sia il capo dell’istituto di statistica ISTAT hanno detto che le ultime previsioni economiche del governo potrebbero essere ancora troppo ottimistiche, anche dopo essere state tagliate bruscamente la scorsa settimana.
La scorsa settimana il governo ha detto che l’economia, nella sua più lunga recessione da 20 anni, avrebbe subito una contrazione dell’1,3% quest’anno, a fronte di una previsione precedente dello 0,2%.
Tuttavia, il presidente dell’ISTAT Enrico Giovannini ha detto in una audizione parlamentare giovedì che il risultato potrebbe essere peggiore rispetto a quello che si avrebbe senza ripresa fino alla fine dell’anno o all’inizio del 2014.
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Cnbc |