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Perché oggi l’Italia è un Paese ingovernabile

lunedì 5 marzo 2018, di Simone Micocci

L’Italia è un Paese ingovernabile, almeno per il momento: è questo lo scenario che emerge quando mancano poche sezioni da scrutinare per far sì che il risultato delle elezioni sia definitivo.

Questo perché - come ampiamente prevedibile - nel nuovo Parlamento della Repubblica nessuna forza politica avrà la maggioranza dei seggi. Quindi nonostante sia Di Maio (Movimento 5 Stelle) che Salvini (Lega) si siano presi la “responsabilità di governare il Paese”, sanno benissimo che non hanno i numeri per farlo.

Ricordiamo infatti che il 4 marzo si è votato per l’elezione dei membri di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica. Il nuovo Parlamento avrà il compito di dare - ed eventualmente togliere - la fiducia al prossimo Governo incaricato dal Presidente della Repubblica Mattarella in base al risultato ottenuto alle elezioni politiche.

Per la maggioranza alla Camera dei Deputati sono necessari 316 seggi, al Senato 158, ma la proiezione di queste ore (i risultati ufficiali saranno noti solamente domani) ci dice che nessuna delle forze in campo è riuscita ad ottenere questo ambizioso risultato.

Infatti, al momento la proiezione per il Movimento 5 Stelle vede 231 seggi alla Camera dei Deputati e 115 al Senato, mentre il Centrodestra alla Camera dei Deputati ne dovrebbe avere 240 (123 Lega, 99 Forza Italia e 28 Fratelli D’Italia) e al Senato 125 (56 Lega, 53 Forza Italia e 16 Fratelli d’Italia).

Ad oggi, quindi, l’Italia non è un Paese governabile dal momento che ci viene difficile immaginare quale altra forza politica del Parlamento (Partito Democratico e Liberi e Uguali) possa dare il sostegno ad un Governo a 5 Stelle, men che meno ad un Governo di Centrodestra.

Cosa farà Sergio Mattarella?

Il futuro politico dell’Italia è adesso in mano a Sergio Mattarella; sarà il Presidente della Repubblica ad incaricare - sentiti tutti i leader delle forze politiche entrate in Parlamento - un eventuale Presidente del Consiglio con il compito di formare un nuovo Governo.

La logica vuole che il primo incarico venga dato a Matteo Salvini, dal momento che il Centrodestra ha la maggioranza relativa di seggi in Parlamento e la Lega è il primo partito della coalizione. Una possibilità che verrebbe meno qualora Silvio Berlusconi decidesse di non sostenere un Governo rappresentato da Salvini.

Qualora tutto il Centrodestra confermasse il suo appoggio a Salvini questo dovrà trovare il modo di raggiungere la maggioranza in Parlamento. Alla Camera mancano circa 56 seggi, al Senato poco più di una trentina; considerando che né LEU, né tantomeno il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle sono favorevoli ad un governo di Centrodestra sostenuto dal leader leghista è molto probabile che questa operazione si concluda con un nulla di fatto con Salvini che potrebbe rinunciare all’incarico conferito.

A questo punto l’alternativa porta il nome di Luigi Di Maio: il Movimento 5 Stelle è la prima lista del Paese e per questo merita di avere la possibilità di formare un Governo. Anche in questo caso, però, il Movimento 5 Stelle non ha i numeri per governare da solo e di conseguenza dovrà cercare l’appoggio di un’altra forza politica.

Cosa farà il M5S? Le ipotesi possibili sono due: o l’alleanza con il Centrosinistra, con PD (Renzi nel frattempo si dovrebbe dimettere) e LEU, oppure l’accordo populista proprio con Salvini e la Meloni. Se il primo accordo sembra essere il più possibile sul piano politico, per quanto riguarda i numeri la coalizione migliore sarebbe quella con la Lega e Fratelli d’Italia perché solo in questo modo ci sarebbe una maggioranza parlamentare tale da rendere governabile il Paese.

Non è assolutamente fattibile, invece, l’ipotesi di un Governo di minoranza, ovvero di un esecutivo M5S che si regge su una minoranza parlamentare e con l’appoggio di altri parlamentari che convergono spontaneamente sui punti del programma del movimento.

Possibile Governo di scopo

Quindi, se anche Di Maio non riuscirà a raggiungere un accordo per la governabilità del Paese il destino dell’Italia sarà ancora una volta in mano a Mattarella, il quale a questo punto avrebbe di fronte a sé due possibilità:

  • incaricare un Governo tecnico (poco probabile);
  • incaricare un Governo di scopo con l’obiettivo di elaborare una nuova legge elettorale, per poi sciogliere anticipatamente le Camere e tornare a votare.

Quest’ultima ipotesi ci sembra essere la più plausibile; non si può negare, infatti, che la situazione attuale non sia stata ampiamente prevista dal momento che il Rosatellum-bis è parso subito inadeguato per la situazione politica dell’Italia.

Se nessuno tra Centrodestra e Movimento 5 Stelle riuscirà a raggiungere un accordo per la maggioranza parlamentare sarà quindi dovere del Presidente della Repubblica rendere l’Italia un Paese governabile, anche se per farlo bisognerà ricorrere ad una legge elettorale meno rappresentativa ma più funzionale.

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