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Italia, il paradosso del debito: piace ai mercati, ma costa caro al paese
lunedì 30 giugno 2014, di
In attesa delle tanto agognate riforme promesse dal governo guidato da Matteo Renzi, l’Italia può godersi i suoi inaspettati successi sui mercati finanziari anche se la ripresa economica tarda ad arrivare. Piazza Affari resta ben impostata e arriva da un paio d’anni di rialzi eccezionali. Sull’obbligazionario non si ferma la corsa dei bond governativi, che nelle aste dell’ultima settimana hanno registrato nuovi minimi storici su tutta la curva dei rendimenti.
L’enorme debito pubblico, atteso oltre il 135% del pil nel 2015, pesa come un macigno sulle spalle degli italiani, costretti a sacrifici notevoli sotto forma di tasse record e austerità eccessiva. Eppure il debito italiano piace tanto ai mercati che credono nella possibilità di un’inversione del trend del rapporto debito/pil, che negli ultimi anni è salito su livelli quasi insostenibili anche a causa di una prolungata recessione accompagnata da un costante aumento dell’indebitamento pubblico (oltre i 2.100 miliardi di euro).
All’estero sono tanti gli investitori e gli analisti a ritenere che l’Italia meriti uno spread molto più stretto rispetto a quello attuale (di poco inferiore a 150 punti base). L’avanzo primario è uno dei più elevati in tutta l’area euro, mentre il rapporto deficit/pil è leggermente inferiore al 3%. Il Belpaese punta al pareggio di bilancio, ma la sfida più grande è rappresentata dall’inversione della tendenza al rialzo del rapporto tra indebitamento pubblico e prodotto interno lordo. I mercati si aspettano da Renzi riforme strutturali epocali e un ritorno immediato alla crescita.
Molte banche d’affari sono pronte a scommettere su un ulteriore restringimento dello spread Btp-Bund, grazie anche all’enorme liquidità ancora presente sui mercati globali, al clima di risk on e alla maggiore stabilità di governo dopo le recenti elezioni europee. Inoltre quest’anno è attesa una promozione da parte di Standard & Poor’s, che potrebbe rivedere l’outlook sul rating italiano BBB a “stabile” da “negativo”. D’altronde gli specialisti di Barclays e Royal Bank of Scotland si aspettano uno spread Btp-Bund a 100 punti entro fine anno, Citigroup a 120 punti.
Anche NatixIs e Kbc stimano un approdo dello spread intorno ai 100 punti e sottolineano come l’attuale differenziale Italia-Spagna a favore del paese iberico sia ingiustificato. L’ultimo sondaggio effettuato a giugno da Assiom-Forex, in collaborazione con Il Sole-24 Ore, ha evidenziato un aumento dell’ottimismo e l’82% degli intervistati ritiene che lo spread si muoverà nel range 150-100 punti da qui a fine anno. I mercati si aspettano molto dall’Italia nei prossimi mesi ma, se resteranno delusi, anche i più ottimisti potrebbero allontanarsi dal debito italiano.