L’Italia, perennemente ammonita per la situazione economica e la lentezza delle riforme, non è l’unico paese in difficoltà nell’Eurozona. Ecco una rassegna con tutti i Paesi europei che non rispettano il tetto del rapporto deficit/Pil fissato al 3% dal fiscal compact.
L’Italia resta la controllata speciale d’Europa. Alta tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile, bassa crescita, credito bloccato, consumi in stallo totale: questo è il drammatico scenario economico del nostro paese. Ma a versare in queste condizioni non siamo l’unico Paese dell’Ue, insomma l’Italia per quanto messa male non è l’ultima dalla classe. E il fiscal compact, incubo di tutti i Paesi in crisi, viene tradito da più di un membro europeo.
Proprio ieri il governo francese ha annunciato che non varerà altre misure di austerità per rispettare a tutti i costi gli impegni presi firmando il fiscal compact. Il rapporto deficit/Pil francese scenderà sotto quota 3% soltanto nel 2017.
Chi sfora il 3%?
Tra gli ultimi della classe resta ancora l’Irlanda. Il Paese, dopo la bolla immobiliare che fece collassare il sistema bancario e rese necessario l’intervento dell’Ue, si sta lentamente riprendendo, ma resta ancora lontano dal rispettare gli impegni presi con Bruxelles. Verso l’Irlanda è ancora in corso una procedura per deficit eccessivo: dovrebbe chiudere il 2104 con un rapporto deficit/Pil al 4,8% che dovrebbe scendere nel 2015 al 4,2%.
Non va meglio alla Spagna. Nel terzo trimestre il Paese ha raggiunto risultati positivi: è stato uno dei pochi Stati membri a registrare una crescita dell’1% e vedere il calo il tasso di disoccupazione. Nonostante questi spiragli di luce in fondo al tunnel il deficit spagnolo resta ancora al 5,6% del Pil.
Situazione simile per il vicino Portogallo. Lisbona, salvata dal default dall’intervento della Troika nel 2011, secondo le stime europee chiuderà il 2014 con una crescita di oltre l’1,2% che potrebbe arrivare all’1,5% nel 2015. Il conservatore Coelho con misure di austerità è riuscito a tagliare il deficit che comunque resta al 4,9%.
Come anticipato sopra, anche la Francia rientra tra gli ultimi della classe. Parigi aveva preso l’impegno con Bruxelles di arrivare sotto il 3% del deficit/Pil già dal 2014. Ma ieri il governo francese ha dichiarato la propria indisponibilità a mettere in pratica altre misure di austerità. Il Paese ha un deficit che quest’anno si attesterà al 4,4% del Pil, l’anno prossimo si restringerà al 4,3%, nel 2016 scenderà al 3,8% e solo nel 2017 andrà al 2,8%, cioè sotto il tetto del 3%.
In questa lista di Paesi che non rispettano il 3% c’è anche la Slovenia. Nel 2013 il rapporto deficit/Pil era volato fino al 14,7%. Quest’anno, grazie anche ad interventi massicci e urgenti sulle banche, la situazione dell’economia slovena dovrebbe migliorare. Quest’anno il deficit dovrebbe attestarsi al 4,3% del Pil.
La Croazia, entrata nell’Unione poco più di un anno fa, già non rispetta gli impegni presi con Bruxelles. Per il Paese, entrato a giugno 2013, è già scattata la procedura per deficit eccessivo. Ma da Zagabria è arrivata la promessa che entro il 2016 il disavanzo pubblico, oggi al 5% del Pil, verrà portato sotto il 3%.
Ultima della lista la Polonia. Nel 2013 il deficit del Paese si attestava al 4,3% del Pil, ma per il 2014 è prevista una crescita del 3,3% e nel 2015 del 3,8%.
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