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In tempo di crisi pagati per...scioperare! Ecco cosa è successo in Liguria
giovedì 28 novembre 2013, di
Qualche giorno fa vi abbiamo parlato dell’iniziativa delle Imprese che Resistono, promotrici della Serrata Nazionale del 27/11/2013 per dire BASTA alla crisi che sta causando un vero boom di fallimenti delle aziende: sono, infatti, 9.902 le imprese che hanno chiuso i battenti nei primi nove mesi del 2013 (+12% sullo stesso periodo del 2012).
Oggi vi raccontiamo la storia di Fabrizio Martin, esponente di Imprese che resistono a S. Margherita Ligure, che ha pagato i suoi dipendenti per scioperare, ovvero gli ha assicurato lo stipendio della giornata.
Pagati per scioperare
In occasione della prima Serrata Nazionale, che ha coinvolto il settore dei più tartassati, ovvero il popolo di Partite IVA, piccoli imprenditori, commercianti, artigiani, Fabrizio Martin è sceso in piazza con i suoi dipendenti, per far fronte comune contro le difficoltà registrate dalle imprese in questo periodo di crisi. L’imprenditore ha spiegato:
"Vorrei assumere un dipendente in più, ma non ci riesco. A me un lavoratore costa 3.800 euro al mese, in tasca al dipendente vanno 1.500 euro; 1.700 sono di tasse e 500 di cassa edile. Non è possibile andare avanti così. Vorrei una legge che mi dicesse: assumi a un costo più basso e poi se io, Stato, in cantiere trovo un lavoratore in nero tu chiudi. Oggi invece chi vuole fare le cose in regola non ce la fa. E prolifera il lavoro nero, tanto l’imprenditore al massimo prende 2.000 euro di multa e finita lì".
Spesso è questo il punto. Molte aziende non è che non vogliono assumere, non possono, perchè su di loro gravano ormai tasse insostenibili.
Questa situazione è confermata dal triste record che l’Italia ha per quanto riguarda le tasse sulle imprese: quelle italiane sono le più tassate d’Europa con un carico fiscale pari al 65,8%. E’ quanto emerso dal Paying Taxes 2014, che ha stilato la classifica in base a 3 parametri:
- il Total tax Rate, il carico fiscale complessivo;
- il tempo necessario per gli adempimenti d’imposta e di contributi;
- il numero di pagamenti.
A fronte di ciò è ovvio che occorre un’iniezione di fiducia, e non solo, per cittadini ed imprenditori. In un’intervista al Sole24Ore il Presidente Confcommercio Carlo Sangalli ha dichiarato:
"Il governo Letta si era presentato con piglio innovatore e dialogante, mettendo al centro del suo programma il ruolo delle Pmi, dell’economia reale e del terziario e soprattutto con l’intenzione di avviare quella stagione di riforme economiche e sociali di cui il paese ha estremamente bisogno. Purtroppo nel tempo il passo si è rallentato, la prudenza e l’attendismo hanno prevalso e, cosa ben più grave, si è rinunciato a quel dialogo costante e prezioso con le parti sociali che in un periodo di profonda recessione è indispensabile per mantenere la coesione sociale. Ma soprattutto lamentiamo che il governo abbia rinunciato a quella operazione di sottrazione, meno tasse e meno spesa pubblica che è la precondizione per far ripartire questo paese fermo da troppo tempo. Anzi, la legge di stabilità introduce un aumento delle tasse strisciante che potrebbe essere il colpo mortale per imprese e famiglie".
Secondo Sangalli:
"Le tasse rimarranno inchiodate fino al 2016 al 44%, è evidente che questo livello di pressione fiscale è incompatibile con qualsiasi realistica prospettiva di ripresa".
Insomma, senza una decisiva e coraggiosa inversione di rotta l’Italia 2013 si conferma un Paese che va a rotoli, su cui non si possono fare pronostici felici neanche per il prossimo anno.