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Grexit e crisi in Grecia: le possibili conseguenze per l’Italia in 3 punti

lunedì 29 giugno 2015, di Sara Santarelli

Chiuse le banche greche, numerose le file presso i bancomat in Grecia.

Ma quali sono i rischi e gli effetti della crisi in Grecia e del possibile default in Italia?
Solo pochi giorni fa il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha dichiarato che, qualora la Grecia uscisse dall’euro,

"i mercati finanziari, anche italiani, ne risentirebbero e non mi stupirebbe una variazione dei rendimenti e degli spread dei titoli di Stato [...] Oggi l’Unione europea è molto più integrata e ci siamo dotati di strumenti efficaci che contrasterebbero l’effetto contagio della componente sistemica del rischio".

Per quanto riguarda l’Italia, sembra che la componente di rischio nazionale sia molto contenuta.

Grexit: gli effetti in Italia se la Grecia esce dall’Euro
"Se un Paese lascia l’Eurozona il suo debito resta” ha dichiarato il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem; in ballo ci sono 65 miliardi di euro.
Rispetto a qualche anno fa la quota di titoli di stato greci nel portafoglio degli italiani è calata sensibilmente, conseguentemente, un possibile default greco avrebbe incidenze meno profonde sui mercati italici; al contrario, per le nostre aziende esportatrici il, suddetto, default vorrebbe dire mettere in pericolo i rapporti commerciali in atto e i relativi crediti.

Crisi in Grecia: le conseguenze in Italia in 3 punti

  1. Per quanto riguarda il turismo, si consiglia di partire con una maggiore liquidità, piuttosto che essere costretti a prelevare presso i bancomat ellenici. Al momento la situazione è stabile e non è necessario munirsi di passaporto per coloro che giungono in Grecia dall’Europa. Un reale rischio è quello della speculazione operata dal trasporto di taxi, o la maggiorazione per il noleggio di vetture. Per approfondire: Vacanze 2015 in Grecia e Grexit: conviene partire? Pericoli, disagi e raccomandazioni
  2. Un timore, quasi consolidato, viene dalle aziende fornitrici; infatti, le committenti greche potrebbero annullare i pagamenti senza un’adeguata copertura assicurativa. Il rischio delle aziende è quello di rimetterci di tasca propria. Più esposta a questa tipologia di rischio è l’industria navale italiana, legata al turismo e al commercio; chi fornirà carburante ai traghetti ellenici in partenza dal Bel Paese?
  3. Gli effetti possibili sui mercati e nei portafogli degli investitori sono: spread più elevato, Btp che perdono sul fronte dei prezzi perché devono pagare rendimenti maggiori, Borse in tempesta dopo un semestre di corsa. Si prevede che i titoli più bastonati saranno i finanziari, mentre, più difensivi gli industriali con l’export nel bilancio.

Le borse che nella giornata di lunedì risentono maggiormente della crisi greca sono Asia, Australia e India.

  • Tokyo chiude a 2,9%, Sydney perde il 2,24%, Seul l’1,56%, Taipei il 2,40%, Singapore l’1,35%, inoltre, Shanghai Composite Index cede il 7,35%. Ciononostante la Bank of Japan rassicura che, in caso di peggioramento della crisi greca, si offre una massiccia fornitura di fondi a breve termine in operazioni d’emergenza proprio per calmare gli investitori.
  • L’indice locale S&P/ASX200 di Sydney ha perso l’1,97% a 5.436,5 punti. La situazione è stata parzialmente salvata dalla banca centrale cinese che sabato scorso ha dato un taglio dei tassi pari allo 0,25% per incentivare la crescita; notizia che ha avuto un riscontro immediato nella borsa dei mercati australiani.
  • Secondo l’indice Sensex la borsa di Mumbai cade dell’1,73%, al contempo, anche, la moneta locale, la rupia, scende a 63.88 rupie contro il dollaro.

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